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«SIAMO una forza che non si sente di passaggio, e che non è ansiosa di trovare ospitalità in altri partiti più accoglienti».

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«A Berlusconi e Fini, diciamo che è nostra intenzione proseguire con il programma comune avviato con lealtà». Quanto al passato, non è negato: «Non siamo avvocati d'ufficio della prima Repubblica, ma, a chi la considera una ignominia da cancellare, dico che quelli sono stati anche anni di crescita. Sulle ombre siamo disposti a fare autocritica, sulle luci diciamo che non si devono spegnere». Quindi prosegue: «Non vogliamo abbandonare tanti Dc che si sono persi e dispersi». Il partito, spiega, si rivolge a tutti i moderati: «Agli elettori della Margherita che non troveranno il loro simbolo alle prossime elezioni, dico che questa può essere la loro casa». E ancora: «I nostri elettori sanno che il giorno dopo a quello del voto ci troveranno qui con lo stesso entusiasmo e le stesse motivazioni». Confermato che le riforme vanno fatte, ma con il consenso, anche in politica economica Follini marca le specificità della linea dell'Udc: «Sono convinto - dice - che occorre un aggiornamento del Patto di stabilità, finalizzandolo più alla ripresa e allo sviluppo economico che al pareggio finanziario». Quanto agli «agli ulivisti, è lecito chiedere dentro quale gruppo si collocheranno nel Parlamento europeo» attacca Follini, e su Prodi dice che «è tornato in campo a guidare il centrosinistra, anche se con redini lunghe», ma che quella «alleanza che si presenta con gli stessi difetti di quella che anni fa ha dato cattiva prova di sé». Non nasconde la soddisfazione per la riuscita dell'Assemblea nazionale il sottosegretario agli Esteri Mario Baccini, che ha il coordinamento di questa campagna elettorale: «Questa iniziativa ha suscitato una straordinaria, grande mobilitazione: una mobilitazione qualificata. Siamo in piena sintonia con l'elettorato sui temi temi della famiglia monoreddito, del ceto medio e della micro-impresa. Siamo aperti al dialogo con la gente, tanto che non abbiamo voluto chiudere la verifica con un posto in più, che sarebbe stato solo il frutto di una linea della furbizia, e che abbiamo detto "no" a una lista unica che non ci avrebbe consentito il contatto diretto con gli elettori. Il successo dell'assemblea è l'inizio di questo dialogo».

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