Riforme, passa la norma antiribaltone Rutelli: «Cazzotti alla Costituzione». Nania (An): «La macelleria l'ha fatta la sinistra»
Poi sono stati esaminati, e respinti, tutti gli emendamenti all'articolo 26 che sarà votato martedì mattina della prossima settimana. «La candidatura alla carica di primo ministro - si legge fra l'altro nell'articolo 26 - avviene mediante collegamento con i candidati all'elezione della Camera dei deputati». Nel testo varato dalla Commissione è stato cancellato il riferimento alla pubblicazione del nome del candidato primo ministro sulla scheda elettorale. «In caso di morte, di impedimento permanente, ovvero di dimissione del primo ministro» per cause diverse dalla questione di fiducia, «il presidente della Repubblica nomina nuovo primo ministro indicato da una mozione, presentata entro 15 giorni dalla data di cessazione della carica, sottoscritta dai deputati appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni, in numero non inferiore alla maggioranza dei componenti della Camera dei deputati. In caso di impossibilità, decreta lo scioglimento della Camera e indice le elezioni». Il relatore Francesco D'Onofrio (Udc) ha commentato: «Un'altra grande novità, credo voluta fortemente dagli elettori, è stata approvata dal Senato: la norma antiribaltone. In base a questo principio, chi cambia schieramento politico non può concorrere a formare nuovi governi non voluti dagli elettori». «Con questa nuova norma - ha aggiunto - si dà vita ad un nuovo sistema costituzionale nel quale la sovranità popolare diventa il perno del nuovo sistema di governo». Intanto l'opposizione continua nelle sue critiche: «Al Senato si prende a cazzotti la Costituzione, si vogliono cambiare 35 articoli della carta costituzionale, approvandoli a maggioranza», dice Francesco Rutelli, che attacca con l'argomento della presunta «dipendenza» della Cdl dalla Lega: «Il comportamento del centrodestra al Senato passa per un dovuto tributo ad una parte che se non ottenesse queste riforme si sgancerebbe dalla maggioranza». A Rutelli risponde il capogruppo die senatori di An Domenico Nania: «I cazzotti alla Costituzione li ha dati Rutelli quando ha sollecitato l'approvazione del cosiddetto federalismo di cui al titolo V, approvato dall'Ulivo con appena quattro voti di scarto sul finire della scorsa legislatura. Quello sì che è stato un esempio di autentica "macelleria costituzionale" attuata con la tecnica del blitz».