Attentato all'ambasciata Usa «Condanne per sette islamici»
Sono le richieste dei pubblici ministeri romani Franco Ionta ed Erminio Amelio per il gruppo di dodici islamici sotto accusa per associazione eversiva e altro dal febbraio del 2002. Si tratta delle persone che finirono nel mirino dell'antiterrorismo impegnato, due anni fa, in un'inchiesta su un possibile attentato contro l'ambasciata americana di via Veneto, a Roma, nonché sull'attività sospetta che si sarebbe svolta nel centro di preghiera «Al HArmini» di via Gioberti, sempre nella Capitale. Durante le indagini a nove degli imputati, tutti marocchini, furono sequestrati quattro chilogrammi di ferricianuro di potassio, una piantina che ripeteva il perimetro dell'ambasciata statunitense e un centinaio di documenti falsi. Quanto al centro di preghiera, a finire in carcere furono un pakistano, un algerino e un tunisino. L'accusa per questi ultimi è quella d'aver arruolato proseliti per eventuali azioni terroristiche. Per Ahmed Naseer i pubblici ministeri hanno chiesto otto anni e sei mesi di reclusione, mentre otto anni ciascuno sono stati sollecitati per Chihab Goumri e per Abdelmoname Ben Khalifa. A determinare il loro arresto furono le intercettazioni di conversazioni telefoniche nelle quali si parlava di armi. Quanto ai nove marocchini, per tre di loro, Hassan Fatene, Rijaouni Redanane e Aziz Jimile, hanno chiesto sette anni ciascuno di reclusione, mentre un anno, ma solo per l'accusa di diffamazione, è stato sollecitato per Fajcal Carifi. Dopo l'arresto avvenuto nel febbraio di due anni fa, gli investigatori fecero numerose perquisizioni, una delle quali nella periferica zona di Tor Bellamonaca. Oltre al ferricianuro, che in un primo tempo si pensò dovesse servire per avvelenare le acque, furono sequestrate le mappe relative a interventi compiuti nel sottosuolo della Capitale dalle aziende del gas, della elettricità e della telefonia. Gli imputati, che hanno sempre respinto le accuse, sono stati detenuti in carcere più di un anno e mezzo. Poi qualche mese fa i giudici della seconda Corte d'assise che li processa, alla maggior parte di essi ha concesso gli arresti docimiliari. Alla requisitoria di ieri faranno ora seguito gli interventi della difesa e la sentenza è prevista per il prossimo mese di aprile.