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Pisanu insiste: serve un patto morale Il ministro: senza fondamento le voci su nuovi attentati. Minacce a Cremona

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L'appello del ministro trova sponde nei Ds. Livia Turco lo giudica «condivisibile», e Marco Minniti si dice «pronto al confronto, a patto però che il governo «cambi rotta», chiedendo «un ruolo maggiore dell'Unione europea, più risorse alle forze di polizia, più indipendenza dalla politica estera dell'amministrazione Bush», oltre ad evidenziare la necessità di accelerare la riforma dei servizi segreti, coordinare tutte le indagini sul terrorismo e creare una sezione apposita presso la direzione nazionale antimafia, aprire un dialogo con l'Islam moderato. Tende la mano al ministro dell'Interno anche il presidente dei deputati della Quercia Luciano Violante. «Un patto come quello proposto da Pisanu - dice - ci troverà sempre d'accordo: di fatto è quello che noi abbiamo sempre richiesto». Ma, considera, «Il problema - osserva - è del centrodestra: siamo noi quelli che a suo tempo hanno chiesto di aumentare i fondi per la sicurezza». Porte aperte a Pisanu anche dall'Udeur. «Sarebbe un errore se l'appello del ministro Pisanu trovasse disattente le orecchie del centrosinistra», sostiene Massimo Ostilio che, parlando di appello «alto e nobile» aggiunge la necessità di procedere «senza strappi, andando avanti tutti insieme, senza gruppi di testa e partiti che invece si accodano». Opinioni diverse, invece, nel resto del centrosinistra. Secondo il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio «Il patto morale e politico il ministro Pisanu lo deve fare con il ministro Frattini: è a lui che deve chiedere il vero impegno», sottolineando che il terrorismo nasce dalla guerra. E il capogruppo della Margherita a Montecitorio Pierluigi Castagnetti ribadisce: «C'è poco da far proposte: servono fatti, non parole. Negli anni della lotta contro il terrorismo interno il governo dialogava con tutti ed ascoltava i suggerimenti di tutti. E quello non era un inciucio, ma una dimostrazione di responsabilità e di senso dello Stato. Per il dialogo occorre creare il clima e le condizioni giuste». E un no al dialogo con la maggioranza viene anche da Marco Rizzo del Pdci. «Noi - dice - siamo intimamente e geneticamente opposti al terrorismo, perché il terrorismo non ha mai favorito i lavoratori, anzi... Ma proprio per questo possiamo permetterci anche di non andare a braccetto con Berlusconi». La Cdl invece è compatta nel plaudire a Pisanu. Il ministro ha anche tranquillizzato tutti sull'ipotesi di nuovi atti terroristici: «Allo stato attuale delle cose, le voci su probabili, imminenti attentati islamici in Italia appaiono prive di fondamento. Assicuro, comunque, che nessun indizio, nessun sentore di rischio è sottovalutato. Come ci viene riconosciuto anche all'estero, i nostri dispositivi anti-terrorismo sono fra i più avanzati: già da tempo essi lavorano a pieno ritmo e sono continuamente adeguati all'evoluzione della minaccia. Ribadisco - ha proseguito il responsabile del Viminale - che in questo campo la miglior difesa è l'attacco, intendendosi per attacco tutte quelle attività di investigazione, prevenzione e controllo che oggi stiamo sviluppando sul piano interno e internazionale». Intanto un messaggio che minaccia tre attentati dinamitardi a Cremona per il prossimo 25 marzo è stato trovato sotto la porta d'ingresso degli uffici comunali di Cremona, in via Germini.

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