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«Dopo il tradimento sono pronto a un nuovo giornale»

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E allora Giuliano Ferrara si dice pronto a farsi cacciare da Silvio Berlusconi e a fondare un altro giornale. La bocciatura della proposta Boato sul caso Sofri, da parte del centrodestra, potrebbe avere così conseguenze anche nel mondo editoriale. Nel fondo che uscirà oggi, infatti, il direttore Giuliano Ferrara afferma senza mezzi termini: «Questo giornale è nato da un patto di amicizia non servile con Berlusconi. Ora dovrebbe chiudere all'istante insieme con un'amicizia consumata. Essendo un giornale minimamente utile, andiamo avanti nella più assoluta libertà, senza più illusioni e senza rancori, finchè la proprietà editoriale non deciderà di cacciarci. Poi ne faremo un altro, se possibile ancora più bello». Le parole pubblicate nell'editoriale sul «Foglio» non lasciano spazio a compromessi. «Il tradimento della parola data su una questione di coscienza è una vergogna - si afferma -. Il voto "ad personam" della destra parlamentare contro Adriano Sofri mostra chiaramente il carattere cialtrone della coalizione che governa questo Paese. I suoi partiti, la maggioranza dei suoi deputati, il suo leader Silvio Berlusconi, uno che sa distrarsi come pochi altri quando non si tratti degli affari suoi, hanno dato una prova miserabile». Ricorda Ferrara: «Berlusconi aveva detto e scritto che sono maturi i tempi per la grazia a Sofri. Da un anno e mezzo si è fatto prendere in giro da un manipolo di vecchi missini riciclati e dal capociurma delle tifoserie varesotte della Lega e, dopo avere ceduto a questi inflessibili garantisti, a questi combattenti strenui per la libertà e il diritto, ma solo in casa propria e a proprio vantaggio, dopo aver rinunciato a esercitare dignitosamente le sue prerogative di guida, ha pensato bene di dare lo squillo di tromba della ritirata».

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