di LANFRANCO PALAZZOLO TORNA la Dc con il simbolo di sempre.
Giuseppe Pizza, la Dc non è mai morta? «C'è un ordinanza di un giudice della III sezione civile di Roma del 16 gennaio del 2004, dove si spiega che la Democrazia cristiana non è mai stata sciolta come invece pretendeva il Cdu di Rocco Buttiglione. Quello che noi sosteniamo è che la Dc avrebbe dovuto essere sciolta da un congresso che non è mai stato fatto». Quindi l'ultimo segretario della Dc Mino Martinazzoli si è dimenticato della cosa più importante? «Lo scioglimento non è mai avvenuto e questo si evince dall'ordinanza che in fase cautelare ha valore di sentenza. Certemente inizierà il giudizio di merito che prevedo complesso e abbastanza lontano nel tempo. Avevamo già utilizzato il simbolo dello scudocrociato senza il termine Libertas e ci eravamo candidati con questo alle scorse elezioni. Invece stavolta ripresenteremo il simbolo del partito nella sua complessità e ci candideremo alle amministrative e alle europee. In questo momento stiamo raccogliendo le firme in tutta Italia». Ci sono dei contenziosi ancora aperti con i partiti che si proclamano eredi della Dc? «L'unico contenzioso aperto con il Cdu e poi con l'Udc è solo sul simbolo, sulla loro pretesa di considerarsi eredi di questo simbolo. In questo, l'ordinanza è molto chiara e qaulifica i membri di questi partiti come fuoriusciti». Mino Martinazzoli e Clemente Mastella di Alleanza popolare come guardano alla continuità che rappresentate? «Non ci sono stati contatti diretti. Il simbolo non viene trasmesso da segretario politico a segretario politico, ma viene trasmesso da segretario amministrativo a segretario amministrativo (l'attuale segretario amministrativo della Dc è Alessandro Duce, lo stesso della Dc nel 1993). Martinazzoli ha "chiuso" il partito semplicemente con un fax, senza riunire il congresso. Ora, l'ex segretario della Dc sta tentando una nuova esperienza con Mastella, mentre noi rivendichiamo l'eredità dello scudocrociato, mentre i nostri cugini la rivendicano parzialemente». Chi sono i vostri leader? «Abbiamo fatto un bel convegno a Napoli in un teatro gremito di gente. Lo ha presieduto Vincenzo Scotti. Le posso anticipare che il capolista della Dc a Roma e nel terzo collegio (Italia centrale) sarà l'ex sindaco di Roma Clelio Darida e poi ci sono tanti ex parlamentari. Siamo in una fase di riorganizzazione. Siamo una presenza significativa nel Sud, ma siamo anche presenti nel Nord. A dicembre abbiamo celebrato il XIX congresso della Dc in rappresentanza di 36.000 iscritti. Vogliamo creare un partito dove tutti gli ex democristiani possano trovare il loro posto». Avrete delle difficoltà a rientrare nel Ppe? «Siamo stati i veri fondatori assieme agli altri democristiani del Partito popolare europeo. Quindi non si tratta di entrare. Il problema è che il Ppe si è allargato e ha perso la sua originale identità». Dov'è la vostra sede? «Siamo rimasti in Piazza del gesù 46. Nella sede storica della Dc dal dopoguerra ad oggi».