L'Annunziata getta Vespa nella mischia
La lite quotidiana tra presidente e direttore generale si consuma con lettere su lettere, ma su un doppio binario, prima sullo spostamento di Ballarò da un giorno all'altro e poi sul polemicone che scoppia sulla presenza dei leader politici in Tv. La presidente-pasionaria, dopo l'exploit di Bonaiuti sull'overdose Fassino-rutelliana da Vespa, non sta nella pelle e deve rimediare in qualche modo. Così, ieri mattina si fa portare di nuovo i libelli dei dati di Pavia, compresi quelli delle ultime due settimane e, dopo aver assemblato gennaio, febbraio e un pezzetto di marzo, nel primo pomeriggio snocciola il risultato trionfante: altro che strapotere della sinuistra a Porta a Porta, sono nove ore al governo e alla maggioranza contro le 6 ore e 50 concesse all'opposizione e ai 30 minuti agli istituzionali. Tali sono i tempi di parola concessi ai politici a Porta Porta tra l'1 gennaio ed l'11 marzo. Secondo i dati dell'Osservatorio in questo lasso di tempo il premier ha parlato da Vespa per 7191 secondi contro i 4985 di Fassino ed i 3527 di Rutelli. Immediate le repliche della maggioranza. «Dalle elezioni del 2001 ad oggi Fassino è apparso a Porta a Porta 18 volte, Rutelli 17 più quella di ieri 18, Berlusconi 4. La presidente dica se è vero o no», afferma Paolo Romani (FI) che contesta: «Non può replicare alle cifre degli ultimi 3 anni con i dati degli ultimi 3 mesi, proprio quelli in cui Berlusconi è apparso 2 volte. Troppo comodo. E poi, come mai la signora Annunziata non mette in conto anche i numeri del Rutelli Show dell'altra sera?». «L'Annunziata fa il gioco delle tre carte», sostiene il Vice Presidente dei senatori di FI Paolo Barelli, mentre per Giorgio Lainati, la presidente è «solo faziosa». Alla fine arrivano anche i controdati della direzione generale Rai: i dati elaborati dalla Presidenza, sono relativi «soltanto all'ultimo periodo e non all'intera stagione di Porta a porta». Quindi «valutazioni parziali», mentre da Vespa c'è «assoluto equilibrio». È ovvio: cambiando il periodo, l'interpretazione viene stravolta. Insomma, una battaglia ridicola. Sullo spostamento di Ballarò che non è andato in onda ieri sera perché sul terrorismo erano già in troppi, l'opposizione parla di «censura», ma si vede subito che è un non-caso. L'Annunziata accusa Cattaneo di aver cancellato Floris e giù polemiche su polemiche, mentre Antonio Socci incassa critiche pesanti dalla Lega e da Di Pietro. Intanto prosegue il fitto scambio epistolare al settimo piano della Rai. Dopo la controreplica dell'Annunziata, Cattaneo torna a scrivere alla presidente e va a segno: «Cara presidente, so che lei ha seguito la strage di via Fani e il rapimento Moro come giornalista del Manifesto. Quindi per quanto riguarda la "mancanza di creatività"- aggiunge - non posso che girare l'indicazione al direttore di rete». Poi la bacchetta: «Non c'è alcun doppio standard nella mia gestione -conclude Cattaneo- così come spero che anche lei abbandoni l'abitudine di interpretare una parte nelle riunioni del Consiglio e un'altra nelle sue autonome esternazioni alle agenzie di stampa». Nel brevissimo CdA, infatti, sulle trasmissioni si taglia corto: «Sconvolti i palinsesti? Il giorno di Aldo Moro va il programma su Moro. Ballarò è stato anticipato a venerdì», sintetizza il consigliere Marcello Veneziani, che invece avrebbe preferito un accordo sulla par condicio. Invece niente. La riunione dura mezz'ora e l'Annunziata rimanda tutto perché vuole aspettare le decisioni della Vigilanza sulle trasmissioni elettorali. «Noi siamo per una soluzione di compromesso che faccia suoi entrambi i criteri (tre terzi e 50% e 50%) secondo i casi - spiega Veneziani - ma alla presidente la flessibilità e l'equilibrio non piacciono. Lei vuole stravincere o fare la vittima sacrificale». Se ne parlerà la prossima settimana quando la Vigilanza, che ieri ha sentito sia Anna La Rosa che Angela Buttiglione, scriverà la delibera sulle trasmissioni Tv in campagna elettorale. Per ora si sono indi