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«Difendiamo il ceto medio e il potere d'acquisto dell'euro»

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Cesare Cursi, politico fine e capace di tenere la rotta anche tra i marosi della politica ha, rispetto ad altri ex dc finiti a via della Scrofa, quello che si dice "un altro passo". Il suo collegio senatoriale pesca voti in Balduina ma anche a Testaccio e San Saba, gode di ottimi rapporti con il vicepremier Fini che l'ha voluto al governo con la carica di sottosegretario alla Salute. Cattolico e soprattutto ex Dc doc, mai rinnegare il passato è tra i suoi motti, ha buone entrature oltre le Mura leonine. Il ministro Sirchia sfrutta la sua esperienza di conoscitore delle istituzioni, dell'Aula e delle delle commissioni per spedirlo a riannodare le fila quando tutto sembra perduto o compromesso. La prova? Il varo della legge sulla fecondazione assisista, frutto di un consenso difficile costruito un voto alla volta, lavorando ai fianchi la sua stessa coalizione. Impendendo modifiche che potessero stravolgerne gli obiettivi. Come un attore conosce il tempo della battuta, Cursi conosce i tempi della politica. Senatore Cursi, cosa ritrova in An? «Ritrovo partito comuni valori sociali, di solidarietà, una grande attenzione per i temi dell'unità nazionale, della Patria, della familgia. Penso alla giornata dei valori promossa dalla giunta di Storace, alla campagna di denuncia delle Foibe voluta dal presidente Fini». Cosa manca a questa politica della maggioranza e dell'opposizione? «Dobbiamo riprendere con maggiore spinta il programma stabilito con gli elettori nel 2001. Mi pare che stiamo accelerando le decisioni soprattutto in materia economia per dare slancio all'economia, garantendo l'imprenditorialità e l'occupazione. L'opposizione dovrebbe proporre non demolire. Anche Prodi dica una parola chiara e definitiva sulla sua candidatura. Basta poco: sì. No». Oggi le preoccupazioni maggiori sono economiche e le famiglie rischiano di entrare in una crisi dal difficile sbocco. «Sono al centro della nostra attenzione il recupero del ceto medio, e il varo di politiche a sostegno del valore di acquisto dell'euro. Dobbiamo assicurare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle attività artigiane. L'assenza di regole nel mondo bancario ha prodotto sconquassi all'economia e danneggiato i risparmi delle famiglie. Le procure, dopo Cirio e Parmalat, sono una risposta emergenziale, dobbiamo lavorare perché non è tollerabile che in Italia per le banche esistano cittadini di serie A e B. Il sistema si è dimostrato fallace e deve essere riformato come ha giustamente sostenuto il vicepresidente Fini peraltro chiamato a svolgere un ruolo importante nelle scelte economiche» Ma l'attuale crisi economica prescinde dagli scandali finanziari «Esiste un problema di concorrenza tra l'Europa e i paesi in forte sviluppo ad esempio dell'area asiatica. La globalizzazione consente l'ingresso di prodotti nell'area dell'Ue senza marchio, a prezzi concorrenziali. Prodotti realizzati senza diritti e doveri. Facciamo entrare questi Paesi all'interno del Wto imponendo loro le stesse regole alle quali le nostre imprese sono sottoposte, così da garantire una vera concorrenza»

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