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Quei finti pacifisti che giustificano: «Finché c'è guerra...»

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E anche il Comitato Fermiamo la Guerra ha la sua verità granitica: dopo aver espresso solidarietà ai movimenti sociali di Madrid per il terribile attentato, si afferma che «La politica della guerra preventiva e permanente ha finito per rendere più insicuro e fragile questo nostro pianeta, dando alimento alla follia terroristica». In altre parole, ci manca poco che scrivano che le bombe sui treni le ha messe la Cia e il quadro è completo. Sono i pacifisti. Si chiamano così, hanno una loro mailing list interna. Si scambiano messaggi, informazioni, si mobilitano per la manifestazione del 20 marzo. Non c'è una riga su Bin Laden. Mai una condanna dell'Eta, non c'è una frase contro Al Qaeda. Anzi, si lascia intendere che le bombe se le sono messe da soli i governi dei Paesi colpi. Scrive infatti il giorno dopo la strage di Madrid sempre Enrico sulla list.peacelink.it che il terrorismo va isolato e «svuotato» e, quindi, «la repressione legale ha senso se viene, in ordine di importanza e di efficacia, dopo le precedenti chiare linee di azione. Se le sostituisce invece di accompagnarle, non è efficace, può essere controproducente». Il terrorismo, dunque, non va sempre represso. Il Comitato Fermiamo la Guerra di Milano ha organizzato una manifestazione alla Camera del Lavoro meneghina per presentare la manifestazione di sabato. Il titolo è: «Verso la giornata internazionale del 20 marzo, un movimento mondiale contro l'occupazione dell'Iraq». E chiede il ritiro immediato delle truppe italiane. Il deputato dei Ds Alba Sasso, da Bari, fa sapere di non essere in linea con quanto dichiara il suo leader Piero Fassino e annuncia che quella di sabato è «una manifestazione per ribadire la contrarietà alla permanenza in Iraq delle truppe italiane, che di fatto partecipano non a una missione di pace ma a un'occupazione militare, in uno scenario che è tuttora uno scenario di guerra, in palese violazione con il dettato costituzionale». Se ne deduce che anche quelli morti a Nassiriya erano «occupanti» e non eroi. Il comitato contro la guerra di Cagliari si spinge oltre: dopo un anno appare evidente quello che era il reale scopo dell'invasione in Iraq: il controllo dei pozzi petroliferi; per poter fare queste guerre gli Usa hanno bisogno di eserciti e di basi militari sparse per il mondo: basi operative e basi per esercitazioni; queste basi, funzionali alle guerre di aggressione Usa, in Sardegna lasciano povertà e morte». Dunque, vanno espulse. Più chiaro di così. F. D. O.

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