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Il premier ai leghisti: «Tranquilli, ci sono io»

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I militanti lo esortano a stare vicino a Bossi, ma c'è anche chi sospetta la manovra politica

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A sorpresa, senza dire niente a nessuno, ieri pomeriggio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è recato nell'abbazia di Pontida, luogo simbolo del Carroccio, e si è unito alla preghiera organizzata dai militanti leghisti per il loro leader, Umbero Bossi, ancora ricoverato. A organizzare la giornata di preghiera - che prevedeva la celebrazione dei vespri e una messa - è stata l'Associazione Cattolici Padani. Nel paesino in provincia di Bergamo l'appuntamento era per le 15. Nell'abbazia fondata nel luogo in cui i comuni lombardi nel 1167 giurarono di rifondare Milano e che sorge a poche centinaia di metri dallo storico prato sede di tanti raduni del Carroccio, non c'era lo stato maggiore della Lega, ma è comparso, a sorpresa, il premier, Silvio Berlusconi, fra le centinaia di camicie verdi. Al suo arrivo a Pontida, avvicinato dai giornalisti, il premier non ha voluto fare dichiarazioni e ha preso posto, in piedi, sul fondo dell'abbazia, dove da una mezz'oretta era in corso la preghiera per il Senatur. Implicito il messaggio che Silvio Berlusconi ha voluto lanciare ai seguaci di Bossi: non preoccupatevi, non sentitevi soli in questo periodo, ci sono qua io. Qualora il ministro per le Riforme non dovesse riprendere il suo posto alla guida della Lega - circostanza che tutti peraltro tendono ad escludere - «la linea è ormai tracciata». Molti non si sono nemmeno accorti della sua presenza, mentre i monaci benedettini cluniacensi recitavano i vespri, ma sono stati in parecchi, al termine della cerimonia, a volerlo avvicinare e stringergli la mano. «Ha fatto bene a venire!» gli ha detto qualcuno. Berlusconi ha rassicurato sul federalismo un militante leghista («Ha detto che lo farà come regalo a Bossi» ha raccontato orgoglioso), e un altro gli ha gridato: «Silvio, non lasciarlo solo!», mentre il presidente del Consiglio stava lasciando Pontida senza rilasciare dichiarazioni. Ci sono stati applausi per il premier, ma anche qualche mugugno, tra il popolo leghista: «Ha fatto bene ad esserci, per quanto riguarda l'aspetto umano, ma non vogliamo che sia una manovra politica». Conversando con Giuseppe Leoni, tra i fondatori del Carroccio e dell'Associazione cattolici padani, parlamentare leghista della prima ora, promotore della cerimonia, il premier ha parlato delle condizioni di salute di Bossi: «Ho sentito in mattinata i medici, sono ottimista, va meglio». Leoni ha spiegato che Berlusconi «era qui a due passi e ha voluto dare il suo contributo di preghiera». «È stato carino - ha proseguito Leoni -. Nessuno si aspettava che venisse». Il presidente dei cattolici padani ha già in mente qualcosa per quando Bossi sarà guarito: «Celebreremo un Te Deum e sempre qui a Pontida».

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