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«DICO ovviamente di sì a una manifestazione di unità democratica contro lo sbarco tragico del nemico ...

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E dico una cosa di più: dobbiamo stabilire un patto democratico per impedire l'uso politico di parte del terrorismo, per escludere con una dichiarazione comune il terrorismo dall'ambito delle questioni su cui si svolge il conflitto ordinario della democrazia italiana. Ma la sinistra deve decidersi, uscire dall'ambiguità». Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Ho ancora negli occhi -afferma il premier- la straordinaria prova di orgoglio dei madrileni, quella grande giornata battuta dalla pioggia in cui milioni di uomini e donne hanno fatto per un giorno della capitale spagnola la capitale dell'Europa intera». «Sull'unità nazionale e occidentale nella lotta al terrorismo -sottolinea Berlusconi- ho le idee chiare da sempre. Qualche mese fa, in occasione della manifestazione sindacale a Firenze del 19 novembre, proposi di dare un segno tangibile di unità, ricevendo purtroppo risposte contraddittorie e reticenti da gran parte della sinistra». «Ma, a parte le idee -prosegue- contano i fatti: abbiamo trovato i responsabili del terrorismo interno, gli assassini di Massimo D'Antona e Marco Biagi, e smantellato in gran parte le cellule delle Brigate rosse. Abbiamo speso tutte le nostre energie, dall'11 settembre ad oggi, per costruire la sicurezza degli italiani e l'unità degli europei e degli occidentali intorno alla lotta contro il terrorismo internazionale». «Non abbiamo scoperto oggi che la minaccia di Al Qaeda e del fondamentalismo islamista non riguarda soltanto gli americani e gli israeliani. E il massacro di Madrid, il ricatto cinico contro la democrazia spagnola che celebra il suo massimo rito elettorale, non sono per noi una sorpresa», argomenta Berlusconi. «La messa in allerta delle forze antiterrorismo, nei giorni di Natale dell'anno scorso -ricorda- aveva purtroppo una base solida, e solo degli irresponsabili possono giocare su questioni di sicurezza nazionale così delicata». «L'Italia della pace -sottolinea infatti Berlusconi- è quella solidale con i nostri militari che concretamente cercano di costruire con la pace in Iraq e in tante altre parti del mondo. L'Italia della pace è quella che scese in piazza il 10 novembre del 2001 per solidarietà con gli americani colpiti da Bin Laden, quella che il 19 aprile del 2002 manifestò il proprio amore per Israele colpita dalle stragi di civili». «Questa -dice ancora Berlusconi- è l'Italia della pace: un Paese fermo e sereno, che non vuole correre avventure ma non vuole alzare le mani in segno di resa, non quella che brucia le bandiere americane e indica come delinquenti politici coloro che hanno votato il finanziamento delle nostre missioni all'estero, e persino coloro che si sono astenuti». «C'è una contraddizione profonda tra la piattaforma politica assurda della manifestazione del 20 marzo, quella convocata per l'immediato ritiro della coalizione occidentale dall'Iraq -prosegue- e una manifestazione di unità democratica a difesa della democrazia occidentale e dell'unità occidentale contro l'attacco alla nostra civiltà».

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