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di GIANNI DI CAPUA «LE RIFOME continuano sulla strada che Bossi ci ha indicato».

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Il leader della Lega sta meglio, questo è certo, ma il Carroccio vuole andare avanti lo stesso. Quella appena trascorsa è stata una giornata di timori e di speranze per tutti coloro che seguono l'evolversi delle condizioni del ministro delle Riforme ricoverato nell'ospedale di Varese, dopo lo scompenso cardiaco che lo ha colto giovedì mattina nella sua casa di Gemonio. Una giornata di timori per quanti si interrogano sull'evoluzione della situazione clinica di Bossi; una giornata di speranza per le parole che hanno speso sia i medici sia tutti i politici che ieri hanno visitato il leader della Lega. «Le condizioni cliniche generali si mantengono stazionarie» recita il bollettino diramato alle 18. E, dietro la precisione del linguaggio medico, c'è una speranza, alimentata anche dal fatto che i medici curanti e il direttore sanitario Stefano Zenoni spiegano che «stazionario», in questi casi, è un elemento positivo. Sono in tanti a trepidare per la sorte di Bossi: ci sono i leghisti che anche ieri si sono recati fino all'ospedale in cerca di notizie, ci sono quelli che nella sede di via Bellerio attendono le parole dei dirigenti, ci sono quelli che ascoltano avidamente i notiziari televisivi, l'emittente del partito, Radio Padania, che telefonano nelle sedi. A far visita a Bossi sono giunti il ministro della Salute Girolamo Sirchia, il coordinatore di An Ignazio La Russa, il consigliere regionale radicale Alessandro Litta Modignani. Ed è proprio Brancher a rincuorare tutti: «Bisogna sempre stare tranquilli con uno come Bossi - risponde -. È uno forte. È un amico. Adesso è il momento di lasciarlo tranquillo, perchè ha bisogno di riposare». Erano attesi in tanti ma il coordinatore della Lega Roberto Calderoli chiede a tutti di evitare le visite (rinuncerà anche Berlusconi) visto che «il viavai di giornalisti, l'interesse mediatico» suscitato dalla presenza di Bossi in ospedale sta causando disagio a tutti i degenti e ai loro parenti. La decisione di chiedere questo massimo rispetto di privacy avrebbe anche una ragione: è circolata voce che qualcuno abbia cercato di scattare delle foto all'interno del reparto e la cosa ha infastidito la famiglia di Bossi. Si attende lo scioglimento della prognosi. Ma tutti si affrettano a confermare gli appuntamenti in calendario come la chiusura dell'assemblea federale per il 28 marzo.

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