Toghe, la riforma entro giugno
«Se l'opposizione non risponde, andremo comunque avanti»
Sulla riforma è in corso un braccio di ferro fra Anm e penalisti, schierati quasi su fronti opposti; ma il relatore alle riforme, Nitto Palma, e il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella, hanno chiuso la porta alle richieste dei penalisti. Domani la riunione dei quattro «saggi» della Cdl sulla giustizia cercherà di definire un punto di equilibrio e affronterà l'altra proposta rilanciata oggi da Berlusconi, quella di abrogare l'appello. «Contiamo di approvare la riforma dell'ordinamento giudiziario entro giugno, prima delle europee». Lo ha detto Giuseppe Gargani, responsabile giustizia di Forza Italia, commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che oggi ha rilanciato la necessità di accelerare sulla riforma della giustizia. Per l'eurodeputato azzurro, «se l'opposizione non risponde, dopo la nostra disponibilità a trattare, non possiamo certo paralizzarci, non possiamo certo subire un potere di veto. Così vanno interpretate le parole del presidente Berlusconi. Mi sembrano giuste». «Siamo in un momento in cui c'è un dialogo aperto con la magistratura, con l'avvocatura italiana e il Parlamento. Speriamo che da questo dialogo sortiscano delle soluzioni ampiamente condivise, perchè il sistema giustizia sia un sistema che funzioni nell'interesse degli italiani». Lo ha sottolineato il ministro per il Rapporto con il Parlamento, Carlo Giovanardi, conversando con i giornalisti alla Camera. Alla Camera proseguono intanto i tentativi di dialogo tra maggioranza e opposizione sul terreno della giustizia. I due schieramenti si confrontano, concretamente, su una proposta di legge che disciplina la candidatura alle elezioni dei magistrati. Il testo, presentato in origine nel 2001 ma che da domani inizierà il suo cammino in commissione Affari costituzionali, è di Forza Italia ma è stata affidato a un relatore dell'opposizione, Gianclaudio Bresa, della Margherita. «Vedremo come sarà accolta in commissione, ma si tratta di una Pdl che apre un confronto che può essere utile. Tra l'altro questo testo dovrebbe venire unificato ad un'altro molto simile della Margherita firmato da Fanfani», dice Bressa. La Pdl di Forza Italia, primo firmatario Gazzarra, modifica le norme per le elezioni alla Camera, estendo le nuove disposizioni anche alle elezioni per il Parlamento europeo e alle amministrative. Si prevede, tra l'altro, che i magistrati diventati deputati «non sono eleggibili, nelle circoscrizioni sottoposte, in tutto o in parte alla giurisdizione degli uffici ai quali si sono trovati assegnati o presso i quali hanno esercitato le loro funzioni». I non eletti «sono assegnati di diritto ai ruoli amministrativi del ministero della Giustizia».