Richiamo Ue all'Italia? Tremonti sicuro: lo escludo
La replica giunge a stretto giro da Bruxelles. «Noi siamo tranquilli», dice il ministro dell' Economia, Giulio Tremonti, al termine di una riunione dell'Ecofin. L'avvertimento «siamo convinti di non prenderlo. Abbiamo ottime ragioni per escludere di prenderlo», insiste Tremonti, perchè «ci sembra che i dati di chiusura 2003 italiani siano buoni. Siamo in grado di confermarli anche per l' anno in corso». Tremonti ritiene piuttosto che «le voci siano riferite ad altri Paesi, alcuni dei quali non hanno ancora fornito i dati. Ci sono dei dati che mancano ancora per il 2003, e riguardano grandi Paesi virtuosi, esclusi quelli già avvisati. Però, insomma, noi siamo tranquilli». A spiegare la tranquillità interviene anche il direttore generale del Tesoro, Domenico Siniscalco: «siamo tranquilli anche perchè il rapporto con la Commissione europea, come al solito, ma anche più del solito, è particolarmente interattivo e continuo, anche in vista delle previsioni di primavera. Stiamo dialogando molto tranquillamente su tutto». Siniscalco ha le valigie in mano: domani sarà a Londra per per incontrare investitori, banchieri e agenzie di rating. «Nulla di diverso dal solito, nulla di drammatico», precisa, rilevando che la missione fa parte di un programma regolare di viaggi all' estero. «Io vado tutti mesi, due giorni all'inizio del mese, ora a Londra ora a New York, per incontrare investitori principalmente, sia di fix-income sia di equity, sia le agenzie di rating», spiega Siniscalco. «Sono incontri utilissimi per tastare il polso dei mercati, per capire come siamo percepiti, quali sono i problemi. Sono incontri molto operativi». E ai giornalisti insistono sul rischio 'early warning' e Tremonti replica: «È da tre anni che ci fate questa domanda. Ce la potete fare anche il quarto anno, ma vedrete che avrete sempre la stessa risposta. Dispiace deludere, ma ho l' impressione che anche sul 2004...». Per l'anno in corso, il governo punta ad un tasso di crescita dell'1,9% e ad un disavanzo che dovrebbe scendere dal 2,4% del 2003 al 2,2%. Stime che Tremonti ha illustrato ieri al commissario Ue agli affari monetari ed economici Pedro Solbes, dal quale ha ottenuto un incoraggiamento ad andare avanti sulla riforma delle pensioni, ma anche una conferma della preoccupazione di Bruxelles sul debito pubblico, a quota 106,2% del Pil. «La discussione con il commissario - afferma oggi Tremonti - è stata molto positiva e molto costruttiva. Abbiamo parlato di tanti argomenti, dalla crescita, alle pensioni, alle riforme e abbiamo convenuto di non usare più in futuro un linguaggio ansiogeno, come preoccupazione, drammatizzazione». Spiega Tremonti: «Abbiamo concordato sulla cifra semantica, perchè lo stesso messaggio lo si può dare usando termini meno ansiogeni, ma ugualmente realistici». Il tema delle pensioni, evocato con Solbes, oggi «non ha trovato alcun spazio» all'Ecofin, che ha discusso soprattutto di nomine al direttorio della Bce e alla direzione generale del Fmi, rinviando entrambe le decisioni. Sul Fondo monetario, ministri e Commissione hanno concordato sulla necessità di un candidato europeo, ma - ha precisato il ministro delle finanze irlandese Charlie McCreevy, presidente di turno - non sono state avanzate candidature. In mattinata, a colazione, i ministri hanno cominciato ad affrontare il problema della iperregolamentazione della Ue, capitolo introdotto da Tremonti all'informale di Stresa lo scorso settembre. Il tema ha appassionato anche il ministro delle finanze francese Francis Mer. «È stata una discussione molto interessante», ha detto Mer. «Il sistema delle regole Ue non va abbandonato, ma va snellito, perchè un eccesso di regole può nuocere alla crescita».