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«Lanceremo una proposta per invertire l'agenda politica del Paese» ha detto Savino Pezzotta nell'intervista ...

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Il primo è la situazione economica: le imprese chiudono, la gente perde il lavoro, i redditi sono a rischio, il sud soffre più di tutti, quali politiche è necessario che il Paese adotti per incrementare la produzione industriale. Il secondo punto è la tutela dei redditi dei lavoratori e dei pensionati. E su questo va detto che l'inflazione più alta che abbiamo in Italia non è causata dall'introduzione dell'euro, che è in uso anche negli altri Paesi europei, ma dal mancato controllo al momento dell'entrata della nuove moneta e da una mancata politica dei prezzi, delle tariffe, e anche del fisco. Quindi il welfare. E cioè sanità, assistenza, necessità di evidenziare nuovi punti sull'autosufficienza, le nuove povertà, gli ammortizzatori sociali». Lunedì, invece, il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno aveva detto sempre al Tempo: «L'appello è quello di non interrompere il dialogo sociale sul welfare e sullo sviluppo. I sindacati dovrebbero ammettere che, rispetto alla proposta iniziale, si sono fatti notevoli passi in avanti, ci sono stati molti miglioramenti, alcune delle loro proposte sono state accolte». E aveva chiesto al ministro Maroni: «Dica se è ancora possibile a questo punto qualche ulteriore modifica alla riforma delle pensioni». Ma il responsabile del Welfare ha risposto di no.

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