SECONDO L'ULTIMO EMENDAMENTO GOVERNATIVO
Spartiacque al 2008 ma anche secondo canale
A partire da quell'anno, invece, per andare in pensione di anzianità saranno necessari 60 anni di età e 35 di contributi. Il nuovo emendamento alla delega previdenziale, presentato alle parti sociali nei giorni scorsi conferma lo spartiacque del 2008 ma, per chi non ha 40 anni di contributi, porta a 60 e non a 65 anni (come previsto in un primo tempo) l'età anagrafica necessaria per andare in pensione, e reintroduce il cosiddetto «doppio canale», vale a dire la somma tra età anagrafica e anni di contribuzione (che nel 2008 è a quota 95). Successivamente la quota viene innalzata, e dal 2010 l'età anagrafica necessaria passerà da 60 a 61. Èprevista una verifica nel 2013 e, qualora questa dovesse evidenziare uno sfasamento della spesa, l'età necessaria per andare in pensione d'anzianità potrebbe essere ulteriormente innalzata a 62 anni. L'emendamento, che non prevede alcun aumento contributivo per le imprese e per i lavoratori autonomi (per i quali viene però introdotto il principio di equità, secondo il quale avranno le prestazioni commisurate ai contributi versati, al pari di quanto avviene per i lavoratori dipendenti), cancella poi l'originaria obbligatorietà per il trasferimento del tfr maturando ai fondi di pensione, introducendo invece in via definitiva il silenzio-assenso. Tra 3-4 anni questo meccanismo sarà sottoposto a monitoraggio per vedere se funziona o no. Cancellata anche la decontribuzione per i nuovi assunti, in attesa di studiare una forma di riduzione del costo del lavoro più condivisa, ma sono previste misure compensative per le imprese, soprattutto piccole e medie. Ridotte, infine, da due a quattro le finestre per poter lasciare il lavoro in anticipo. La nuova formulazione dell'emendamento del governo alla delega pensioni dovrebbe produrre a regime nel 2013 un risparmio annuo di 9,047 miliardi. La riforma comincerebbe a produrre effetti, come previsto dal 2008 con un risparmio di 486 milioni, per poi salire a 4.513 milioni nel 2009 e a 7.230 mln nel 2010. Il picco massimo di risparmio sarebbe nel 2012 con 9.172 milioni, mentre nel 2011 il risparmio si attesterebbe a 8.917 milioni.