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Margherita da venerdì al secondo congresso

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Si comincia venerdì pomeriggio con la relazione del leader, Francesco Rutelli e la conclusione è prevista domenica pomeriggio. Una tre giorni ricca di appuntamenti, compresa la presenza di numerose delegazioni e ospiti stranieri. Fra le star politiche che saliranno sul palco, Oscar Luigi Scalfaro, che ha ricevuto applausi caldissimi all'assemblea dei Girotondi e alla convention della lista unitaria, tanto che gira voce che l'ex capo dello Stato possa impegnarsi come candidato alle europee per la lista Prodi. In platea è prevista la presenza anche del senatore a vita Giulio Andreotti, mentre quella di Cossiga non è ancora confermata. La Margherita, nello schieramento dell'Ulivo è il partito strategico perché dovrebbe riuscire a coprire l'area a destra dei Ds fino a un centro grosso modo assimilabile alla vecchia sinistra dc. Una formula che si pensa riesca ad attirare buona parte delle simpatie di elettori sia laici che cattolici, non estremisti ma che comunque privilegiano un progetto politico di alleanza con le sinistre. Per la formula costitutiva della Margherita è quindi essenziale la componente di riferimento cristiano, in pratica dell'ex Ppi, a sua volta di derivazione democristiana, ed è molto importante per il partito che le inquietudini che percorrevano fino a pochi giorni fa questa componente essenziale siano rientrate. I confini della copertura politica del partito di Rutelli comunque non sono del tutto ben definiti. Sovrapposizioni più o meno consistenti ci sono sia con gli alleati verdi, che, e soprattutto, con l'Ap-Udeur di Clemente Mastella che sta al centro e vuole espandersi al centro per coprire il più possibile l'elettorato moderato, tanto che ha di recente potenziato le proprie file con grossi calibri della ex Dc come Paolo Cirino Pomicino e Mino Martinazzoli. La Margherita quindi si pone come partito sia di peso che di snodo nel centrosinistra. Da sottolineare anche l'aspetto della articolazione propagandistica, che sta vedendo in questi ultimi giorni una sorta di specializzazione nelle argomentazioni portate dall'Ulivo. Fino a qualche settimana fa infatti sia Fassino che Rutelli attaccavano sempre con virulenza la Cdl e Berlusconi. Ora questo compito altamente polemico sembra essere rimasto alla Quercia, mentre la Margherita si sta ponendo sempre più come partito propositivo, fino e anche dentro al limite del possibilismo nei rapporti con la maggioranza. Ultimo esempio, l'approccio collaborativo sulla riforma della previdenza. Insomma, una sorta di trasposizione dell'antico sistema di interrogatorio usato dai questurini. Per meglio spingere l'interrogato a parlare, uno fa il cattivo e un altro fa il buono: magari di fronte alla paura del primo, poteva anche andare a finire che l'interrogato si affidi al secondo. E così, fra diessini «cattivi» e margheritini «buoni», magari questi ultimi riescono a tranquillizzare qualche elettore impaurito dai primi. Il congresso che si apre venerdì è il secondo nella storia della Margherita. Il primo, quello di Parma del marzo 2002, sancì la nascita ufficiale del partito e designò leader l'ex-sindaco di Roma. Quanto a Prodi, per ora continuerà a dare assistenza da Bruxelles. D. T.

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