di FABRIZIO DELL'OREFICE «STA a Maroni dire se è ancora possibile a questo punto qualche ...
L'appello arriva a metà pomeriggio proprio mentre il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno sta girando in lungo e in largo la Sicilia e proprio quando sta per iniziare una nuova settimana, questa volta decisiva, per i cambiamenti al sistema previdenziale. Proprio per questo, il ministro di An cerca di aprire nuove finestre di dialogo ora che - confessa - «il clima è cambiato». Ministro, perché ritiene che il suo collega del Lavoro dovrebbe aprire ancora di più? «Al Senato è stata proprio la Lega a presentare un sub-emendamento, quello dell'opting out, che peraltro ci lascia molto perplessi. Il ministro Maroni ha detto che si tratta di una proposta "ragionevole" e "auspicabile". Benissimo. Allora Maroni, che è un ministro del Carroccio, si esprima a tutto campo e dica se ci sono i margini finanziari per ulteriori modifiche». Sta pensando anche lei a qualche nuovo sub emendamento? «È innanzitutto una questione di metodo». Il presidente della Camera rivolge un ulteriore appello al dialogo tra le parti sociali. È d'accordo? «Certo, sono sempre stato d'accordo al dialogo. Penso inoltre che quando si affrontano questioni di tale rilevanza sociale l'attenzione deve essere doppia». Ma i sindacati vi hanno risposto con lo sciopero. Forse non la pensano come lei? «I sindacati fanno il loro mestiere». D'accordo, ma il loro dialogo va avanti solo a colpi di scioperi? Non ritiene che anche i sindacati abbiano risposto in maniera troppo dura? «Ho detto chiaramente che lo sciopero del 26 è un'iniziativa legittima ma eccessiva». Che cosa dovrebbero fare da parte loro? Se la sente di lanciare un nuovo appello? «L'appello è quello di non interrompere il dialogo sociale sul welfare e sullo sviluppo. I sindacati dovrebbero ammettere che, rispetto alla proposta iniziale, si sono fatti notevoli passi in avanti, ci sono stati molti miglioramenti, alcune delle loro proposte sono state accolte». Ma il governo su che cosa potrebbe cedere ancora? «Come ho detto, sono già stati fatti notevoli passi in avanti. Però dico che certamente potremmo venire ancora incontro alle richieste dei rappresentanti dei lavoratori se ci sono le compatibilità finanziarie». Per esempio, su che cosa? «Penso che potremmo abolire esplicitamente la verifica al 2005 visto che la nuova riforma ne prevede una al 2013. Ecco, questa potrebbe essere un ulteriore passo in avanti. Ma tutti dovrebbero prendere coscienza di un fatto nuovo e molto importate». Quale? «Il dato nuovo è questo: è cambiato il clima, oggi potrebbe essere molto più sereno. Persino il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha lanciato messaggi di dialogo che fino a ieri rifiutava completamente. Questo messaggio è stato ripreso da Casini ed è da sempre la posizione di Alleanza nazionale. Quindi oggi c'è una maggioranza nel suo complesso più disposta al dialogo con l'opposizione e le parti sociali. Insomma, si possono fare le riforme senza scontri e lacerazioni».