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SI RIACCENDE la polemica sulla legge per regolamentare il conflitto d'interessi.

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Il provvedimento verrebbe così a fare un quinto passaggio, da quando, nell'autunno del 2001, era stato varato dal Consiglio dei ministri. Duri gli attacchi dell'opposizione che accusa la maggioranza di voler perdere tempo su un provvedimento che non fa comodo. Pastore nella sua breve relazione ha ricordato il motivo per cui la legge è stata rinviata dalla Camera al Senato, vale a dire unicamente per riaggiornare la copertura finanziaria, visto che Montecitorio aveva invece «sostanzialmente confermato il testo a suo tempo licenziato dal Senato». «Si pone però oggi il problema - ha sottolineato Pastore - considerato che il testo non è stato approvato in via definitiva nel corso del 2003, di modificare nuovamente la copertura attualizzando gli anni e gli esercizi di competenza partendo dal 2004 e naturalmente concludendo con il 2006, come prescrive il nostro ordinamento di contabilità. Detto questo - ha proseguito - e riservandomi in sede di replica di intervenire nel merito in maniera più approfondita, voglio solo far presente il mio compiacimento perché questi mesi di maturazione del provvedimento hanno portato ad una significativa riflessione da parte dell'opposizione che aveva definito il provvedimento inutile e insufficiente; lo aveva definito "provvedimento truffa" perché non risolve nessuno dei problemi che avrebbe dovuto risolvere. Oggi invece, e di questo mi compiaccio fortemente, invoca in maniera significativa e con grandi sottolineature la necessità della conclusione dell'iter della legge». L'apprezzamento del relatore non è piaciuto a Pier Luigi Petrini (Margherita) che ha gridato: «Stai provocando! Un minimo di decenza!». Pastore ha replicato: «Dico quello che credo di dire, caro senatore Petrini; in sede di relazione posso dire ciò che voglio». Il provvedimento è quindi stato incardinato e la discussione generale proseguirà nella seduta di martedì prossimo. Mentre il capogruppo della Margherita in Senato, Willer Bordon critica sia il relatore Pastore che il presidente del Senato Pera perché «la legge è stata licenziata dalla commissione ad ottobre ed è poi sparita dal calendario nonostante le nostre sollecitazioni», il capogruppo diessino Gavino Angius dichiara: «Quella sul conflitto di interessi è una legge che noi critichiamo, che non risolve come sarebbe necessario il conflitto che investe il Presidente del Consiglio, un provvedimento assolutamente inadeguato. Tuttavia, se approvata in via definitiva impedirebbe di fatto, in base all'articolo 3, l'approvazione della legge Gasparri». «Angius non sa più a cosa attaccarsi. Le sue valutazioni sono solo pura fantasia», ribatte il capogruppo di Fi in Senato, Renato Schifani. «Prima l'Ulivo urlava perché sosteneva che la Cdl non voleva sciogliere il nodo del conflitto d'interessi, ora ci attacca perché il ddl approda all'Aula. La verità è che l'opposizione vuole solo nascondere il fatto che il centrosinistra non ha né saputo né voluto fare questa legge quando era maggioranza.

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