Senza ostacoli il decreto per la missione in Iraq
Prosegue, dunque, il cammino del testo che verrà esaminato dalla Camera a partire da lunedì prossimo. I voti a favore della pregiudiziale firmata dai Ds, sono stati 205, quelli contrari 286. Bocciato, dalle commissioni Esteri e Difesa della Camera, anche lo stralcio della missione irachena (insieme a tutti gli emendamenti dell'opposizione che chiedevano la soppressione dell'articolo due) dal decreto. «Naturalmente molto soddisfatto» si è detto per il risultato ottenuto in Aula il ministro della Difesa, Antonio Martino. Si può quindi «procedere rapidamente all'approvazione del finanziamento delle missioni. «Devo dire - ha osservato Martino, lasciando Montecitorio - che le argomentazioni usate dai sostenitori della pregiudiziale mi sembrano debolissime. In realtà, dietro a questa pluralità di posizioni (perché ancora una volta non hanno una posizione univoca, ma ce ne sono due o forse tre) - ha sottolineato - si nasconde un problema reale per il futuro del Paese. Perché la politica estera ha la caratteristica di essere una o di non essere. Non si possono avere due o tre politiche estere». A differenza dello Sdi, che ha annunciato il suo no, la Margherita ha appoggiato l'iniziativa mentre si sono astenuti i parlamentari di Ap Udeur. Per i Ds, Luciano Violante, illustrando la pregiudiziale, aveva sottolineato che «il governo smentisce se stesso con un unico decreto che sacrifica una visione condivisa sulla politica estera sull'altare dello scontro politico». Il capogruppo Ds ha anticipato dunque quale sarà l'atteggiamento della Quercia sul voto al decreto: «Non cadremo nel meschino trabocchetto del sì o del no a tutte le missioni. L'opposizione lascia al governo i piccoli calcoli, non partecipa al voto e parla al Paese». Così le dichiarazioni di voto sulla pregiudiziale hanno finito per diventare un «anticipo» della discussione sul voto al decreto. Marco Rizzo, capogruppo del Pdci, si è rivolto al resto dell'opposizione per dire che «il non voto è un errore non responsabile verso gli italiani, che per la grande maggioranza vogliono la pace e non la guerra». Anche Pecoraro Scanio, dando il suo appoggio alla pregiudiziale, ha spiegato che «non votare no al decreto significa accettare lo status quo». Il presidente dei Verdi ha annunciato la presentazione di un odg che chiede il ritiro delle truppe italiane. Pierluigi Castagnetti ha definito la pregiudiziale «un intervento estremo cui il Parlamento è stato costretto». Alla maggioranza il capogruppo della Margherita, che avrebbe chiesto lo stralcio della missione in Iraq dal decreto, ha chiesto: «Si apra il dibattito, perché in questo Parlamento non si è mai discusso». Elio Vito, capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto invece che la pregiudiziale avrebbe avuto l'esito di «far decadere tutte le missioni italiane internazionali e l'Italia sarebbe per la prima volta in 50 anni fuori dallo scacchiere internazionale». Vito ha rimproverato quindi l'opposizione: «Avete seguito una logica da azzeccagarbugli che dimostra che tenete più a logiche interne che all'interesse del Paese».