di FABRIZIO DELL'OREFICE SARÀ un documento unico a concludere l'indagine conoscitiva sui crac finanziari.
Nel documento unico dovrebbero confluire le relazioni sia dei commissari di Montecitorio che di quelli di Palazzo Madama. Non solo. Ma dovrebbe esserci l'ok sia della maggioranza che dell'opposizione. Insomma, quello che il Parlamento sta cercando di dare è un segnale forte al mercato prima che il dibattito sul disegno di legge governativo sul risparmio (che oggettivamente si intreccia con l'indagine sui crac) entri nel vivo. Le uniche divisioni registrate al momento sono soprattutto formali: se concludere l'attività parlamentare con un documento sintetico in modo da non chiudere spazi per la discussione del ddl, oppure se scegliere una nota corposa e analitiche e che entri nel merito delle questioni. Alla fine probabilmente si giungerà ad una via di mezzo, accantonando le questioni ancora irrisolte: nodi ai quali provvederà il ddl. Di certo, comunque, il documento dovrà essere pronto martedì prossimo, 9 marzo. Per il resto, si discute ancora. Ma appare assai probabile che la relazione finale possa contenere un invito al sistema creditizio a restituire, seppur caso per caso, i soldi investiti dai risparmiatori vittime dei principali crac. In questo senso ieri è giunto anche un sostanziale via libera da parte del segretario dei Ds Piero Fassino: «La strada migliore per ricostruire il necessario clima di fiducia fra banche e risparmiatori - ha detto - passa per un'offerta pubblica di riacquisto dei discussi bond Cirio e Parmalat venduti ai risparmiatori». «La riunione di oggi (ieri, ndr) - ha spiegato Riccardo Pedrizzi (An), presidente della commissione Finanze del Senato - ha già messo in luce alcune linee comuni ed in particolare che serve una valutazione globale del fenomeno che non è solo italiano (il 70-80% dei bond emessi, infatti, sono stati emessi da banche straniere); un incremento delle pene; l'introduzione di responsabilità per i direttori finanziari e amministrativi; l'individuazione dei profili professionali e soggettivi degli analisti finanziari; l'incompatibilità per le società di revisione tra attività di consulenza, certificazione e revisione; una "stretta" per le società che operano nei paradisi fiscali e che ricorrono al meccanismo delle scatole cinesi; una soluzione adeguata per i conflitti di interesse in Borsa Spa; più rigore nei rapporti tra banche e imprese». L'esponente di An vuole anche mettere mano al ddl che istituisce l'Authority del risparmio: «Vi sono lacune - ha fatto sapere - su promotori e intermediari finanziari; sulle competenze delle Autorità». La strada comunque è in salita, ha avvertito il responsabile economico della Margherita Enrico Letta: «I contrasti all'interno della maggioranza tra quanti, come la Lega vogliono utilizzare l'indagine conoscitiva per mandare a casa il governatore di Bankitalia e quanti invece remano in senso opposto, mirando cioè a lasciare molte cose come sono per tutelarlo, potrebbe rappresentare un problema serio. Speriamo che questa diversità di vedute non blocchi tutto».