Conto alla rovescia per lo scontro sulle pensioni

Il ministro per il Welfare ieri ha infatti ricordato che per presentare gli emendamenti alla riforma pensionistica «c'è tempo fino a mercoledì, ma - ha sottolineato ancora una volta - compatibilmente con i risparmi che abbiamo indicato, cioè lo 0,7%. I subemendamenti non sono ancora stati presentati dalla Lega qualsiasi emendamento che migliori la delega verrà accolto, purché non comporti riduzione di risparmio o aumento di spesa». Maroni ha anche «sfidato» la Margherita a presentare il suo emendamento alla riforma previdenziale «sull'innalzamento dell'età pensionabile che aveva preannunciato. Sono ansioso di vedere se la Margherita lo formalizzerà, perché adesso non ci sono più ostacoli. Mi aspetto di qui a mercoledì di vederlo depositato in commissione. Se sarà un emendamento ragionevole, nulla vieta che possa anche essere accolto, se mantiene i risparmi nello 0,7%. Io ha aggiunto però - ho come la vaga impressione che aumenterà la spesa». Maroni si è detto quindi fiducioso sul cammino parlamentare della riforma: «vedremo gli emendamenti e andremo avanti fino all'approvazione, non ci sono ostacoli». Per il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, invece, sarebbe molto meglio «rinviare sine die» la discussione in Parlamento sulle pensioni: parlando a Como, ha sostenuto che gli emendamenti della Lega «confermano che avevamo ragione» e «sarebbe meglio che ora il dibattito venisse rinviato sine die». Quanto al rischio che arrivino proteste, il leader della Cisl ha dichiarato: «Gli scioperi non sono nell'aria, sono fatti concreti». Dopo aver ricordato che una sua precedente affermazione in merito a un possibile «scioperino» era da considerare semplicemente come una battuta, Pezzotta ha spiegato che «il 10 marzo ci sarà l'assemblea nazionale unitaria dei delegati di Cgil, Cisl e Uil, nella quale presenteremo le nostre proposte concrete». Si tratta, secondo Pezzotta, di un «appuntamento molto importante» nel quale verranno «definiti in modo unitario tre punti: la questione economica, che attualmente è gravissima, la tutela del potere d'acquisto di salari e pensioni e il welfare». L'assemblea unitaria, ha precisato il leader sindacale, avrà il compito di «elaborare una proposta chiara e complessiva, poi daremo anche indicazioni per le mobilitazioni». Per quanto riguarda il welfare «le iniziative di mobilitazione, non saranno solo sull'innalzamento dell'età pensionabile, che è un aspetto importante, su cui siamo fortemente contrari, ma riguarderanno la elaborazione di un progetto complessivo per il Paese, per riportare il dibattito politico ad affrontare questioni vere». Il leader della Cisl ha affrontato ieri anche il tema più generale dello stato sociale osservando che l'allungamento delle prospettive di vita, non deve comportare un prolungamento dell'attività lavorativa, ma invece suggerire la creazione di nuovi strumenti di welfare a favore delle persone più anziane. «Se aumentano le prospettive di vita - ha detto Pezzotta nel corso di una assemblea a Como - non significa che diventiamo più giovani, forti e belli». Al contrario, secondo il leader sindacale, «bisogna trovare strumenti di accompagnamento alle persone che debbono campare di più». Per questo, riferendosi di nuovo al progetto di riforma delle pensioni della maggioranza, Pezzotta ha spiegato che «il problema non è lavorare più a lungo». «Fissare l'età pensionabile a 60 anni, come ha fatto il governo - ha spiegato - penalizza le donne e non rispetta i lavoratori precoci». Secondo Pezzotta, il sistema di quote che si basano sul calcolo dell'età anagrafica e anzianità di servizio «mantiene un elemento di flessibilità, mentre la proposta del Governo è rigida».