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I creditori di Tanzi riavranno il 25% Tra gli indagati anche nomi stranieri

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Gli iscritti sono tre o quattro. Un nome è quello di Steve White. Top secret, invece, per quanto riguarda gli altri. White è ritenuto dagli inquirenti un prestanome risultato dalle indagini presidente di Boston Holdings, società registrata nel Delaware nel 2001 da Gianpaolo Zini. A quanto si apprende, i nomi non sarebbero quelli di banchieri italiani. Intanto mercoledì o giovedì prossimo Enrico Bondi e gli advisor presenteranno al ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, le linee guida del piano industriale di Parmalat. «Con Bondi ci siamo incontrati più volte - ha detto proprio Marzano - e il piano Parmalat è in via di elaborazione: una prima stesura è stata già presentata, un'altra, ancora più avanzata, credo che mi sarà consegnata entro pochi giorni». Marzano ha poi ribadito l'idea della «multinazionale snella del latte»: «Il core business va conservato e rafforzato», ha detto. «E per core business non intendiamo solo imprese italiane. Ci sono anche imprese estere che danno buoni risultati». Marzano non ha parlato direttamente nè di Parmatour, nè del Parma Calcio, ma indirettamente ha fatto nuovamente sapere di essere favorevole alla cessione delle due società. Tuttavia, è arrivata per Parmatour una prima buona notizia: la Iata, l'associazione internazionale delle compagnie aeree, che gestisce in tutto il mondo l'emissione dei biglietti, presto riaprirà le linee con le società turistiche del gruppo di Parma. Da domani, probabilmente, Parmatour potrà emettere nuovamente biglietti aerei, superando la maggiore difficoltà operativa che stava portando le società turistiche vicine al collasso. Bondi e advisor lavorerebbero ad un piano per definire anzitutto il debito (secondo indiscrezioni, dovrebbe prevedere un sacrificio per banche e obbligazionisti nell'ordine del 70-75% del valore dei crediti vantati e una proposta di conversione del residuo 25-30% in capitale della Parmalat Finanziaria) e poi gli strumenti per il rimborso, cioè le dismissioni. L'obiettivo dovrebbe essere quello indicato dal ministro Marzano, ovvero una multinazionale snella concentrata sul «core business» del latte con un rapporto fra margine operativo lordo e ricavi del 3,5% nel 2006 e il ritorno in Borsa entro il 2004.

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