Tra i truffati anche il commercialista di Tanzi Interrogati i figli dell'ex patron di Collecchio. Francesca: nessun ruolo operativo. Parziali ammissioni di Stefano
Azioni per un importo di circa 70 mila euro acquistate nel febbraio 2003. Altro che complice, fa ora sapere attraverso fonti legali: è stato anch'egli una vittima. O, quanto meno, quel cospicuo pacchetto di azioni dimostrerebbe, secondo i suoi legali, la sua assoluta buona fede: non sapeva nulla di quanto avveniva in Parmalat e di quanto la società fosse in crisi. È quanto si apprende da fonti legali che hanno presentato istanza di remissione in libertà dinnanzi al gip Pietro Rogato e ricorrendo al tribunale del riesame di Bologna. Interrogato, Branchi che è agli arresti domiciliari, ha detto di non essere a conoscenza neppure dell'origine distrattiva del denaro con cui presumibilmente veniva pagato, e dinnanzi ai magistrati avrebbe risposto a domande sul conto del banchiere Luciano Siningardi. Ieri, intanto, sono stati interrogati Francesca e Stefano Tanzi, figli dell'ex patron di Collecchio. «Sono assolutamente estranea a quelle che chiamate distrazioni», ha risposto Francesca alle domande del pm Silvia Cavallari che l'ha interrogata per quasi dieci ore nel carcere di via Burla. La figlia di Calisto Tanzi ha inoltre sottolineato come il suo ruolo in Parmatour non fosse in realtà operativo in quanto semplice membro del Cda, negando anche di essere a conoscenza delle eventuali distrazioni che avvenivano nella società da parte di altre persone. Francesca Tanzi è parsa molto provata dalla detenzione e sensibilmente dimagrita. Parziali ammissioni, invece, nel corso dell'interrogatorio dinanzi al pm Antonella Ioffredi, da parte di Stefano Tanzi. Ammissioni tuttavia in linea con quanto sempre detto fino ad ora dal figlio dell'ex patron della Parmalat. Tanzi ha riferito, secondo quanto si apprende, che conosceva le difficoltà della società e di questo aveva spesso parlato con il direttore finanziario, Luciano Del Soldato, successore nel 2003 in quello che era il ruolo di Fausto Tonna. Tuttavia, ha rilevato Stefano Tanzi, egli non aveva mai pensato ad una situazione che non si potesse non risolvere con l'assunzione di un valido management. Invece, a quanto si apprende, nell'interrogatorio non si sarebbe parlato di quelle distrazioni, secondo gli accertamenti degli inquirenti, che per Stefano avrebbe percepito sotto forma di bonus. «Quei 22 milioni di euro? Pensavo fossero di Calisto Tanzi». Così Romano Bernardoni, l' ex presidente di Parmatour e amico di lunga data del patron della Parmalat arrestato mercoledì, ha respinto davanti al Gip di Bologna l' accusa princip!le contestatagli dalla Procura di Parma: aver distratto a danno della Parmalat, e in favore del settore turistico, oltre 22 milioni di euro nel solo 2003. Lucido e preciso, Bernardoni si è seduto davanti al Gip Rita Zaccariello e per oltre tre ore ha ribattuto alle accuse che il giudice gli aveva elencato, spiegando nei dettagli il suo ruolo e le sue operazioni nelle società del settore turistico del gruppo. In pratica, Bernardoni ha ribadito quella che, fin dal primo giorno, pareva essere la sua linea difensiva: lui, uomo di fiducia di Calisto, era stato chiamato dal numero uno della Parmalat, affinchè scoprisse chi rubava all'interno del settore turistico.