Bacchettata ai pm sulla fuga di notizie nell'indagine su via Nazionale: «Rispetto delle regole deontologiche da parte di chi esercita pubbliche funzioni»
Non nomina la Banca d'Italia. Non nomina Berlusconi e il suo richiamo a tutela di via Nazionale. Come di consueto, il presidente della Repubblica non entra nei casi specifici. Il suo è un richiamo generico ma è analogo a una preoccupazione che è stata espressa privatamente dallo stesso governatore nei giorni scorsi e che è giunta alle orecchie del presidente del Consiglio: state attenti con il tiro al piccione sui banchieri, così viene giù tutto il sistema creditizio. Da Palazzo Koch s'è fatto notare in più occasioni che la criminalizzazione degli istituti di credito potrebbe portare alla paralisi: non si può lavorare con il fiato sul collo dei pm, avrebbero fatto notare da Bankitalia. In questo clima, che si è fatto sempre più rovente negli ultimi giorni, piove l'ammonimento di Ciampi, ultimo governatore prima di Fazio: «La fiducia è essenziale per la vitalità dell'economia, fiducia dei risparmiatori verso il sistema finanziario, fiducia delle banche verso le imprese. Altrimenti si rischia - sono ancora le parole del Capo dello Stato -, alcune vicende recenti lo dimostrano, di fare inaridire il flusso finanziario che alimenta gli investimenti, che è necessario per la ripresa che tutti aspettiamo. Questo impone saggezza, rispetto delle regole deontologiche in tutti coloro che esercitano pubbliche funzioni». Ciampi conclude: «In una parola, occorre avere fiducia in noi stessi, nell'operare collettivo». Subito si associa il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani: «Condividiamo le parole del Capo dello Stato che sono in perfetta sintonia con quanto sostenuto dal presidente del Consiglio». «Bisogna avere fiducia - sostiene ancora il capogruppo azzurro a Palazzo Madama - nella nostra economia per centrare la piena ripresa, che può realizzarsi ancor più che in altri Paesi. I catastrofisti della sinistra dovrebbero pensare a fondo: le loro speculazioni politiche non fanno bene a nessuno». Secondo Riccardo Pedrizzi (An) occorre, come dice il Presidente, «restituire fiducia innanzitutto ai risparmiatori traditi, e poi alle banche e alle imprese, affinché il circuito virtuoso risparmio-credito-sviluppo, messo in crisi dai recenti scandali finanziari, possa riavviarsi nell'interesse del sistema Paese, e quindi di tutti gli italiani, che non può permettersi di non cogliere l'attesa ripresa economica». Le parole del capogruppo al Senato degli azzurri fanno però infuriare il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «Le affermazioni di Schifani che dichiara di condividere l'osservazione del Capo dello Stato sono stridenti. È bene ricordare, per esempio, che il centrodestra ha depenalizzato il falso in bilancio, contribuendo non poco a ridurre legalità e trasparenza nel sistema. La CdL, quindi, non strumentalizzi le parole di Ciampi, ma reintroduca quel reato come primo contributo concreto al recupero della fiducia dei risparmiatori». Si richiama al Capo dello Stato anche il presidente dei Ds Massimo D'Alema: «La strada obbligata è quella indicata dal presidente della Repubblica, per il quale è necessario uno sforzo per ricostruire la fiducia tra risparmiatori, imprese e banche, facendo leva su un sistema di controlli indipendenti». Ma il leader della sinistra si spinge oltre: «Temo che un'azione della magistratura che non sia condotta con la necessaria prudenza e rapidità possa avere un effetto con conseguenze rilevanti per la stabilità del paese. Invito la magistratura alla massima possibile rapidità e prudenza». Chiosa il vicepremier Gianfranco Fini (An): «Crediamo che sia arrivato il momento di prevedere sanzioni più severe per chi compie illeciti, soprattutto se gravi. Inoltre è arrivato il momento, e abbiamo fatto anche questo, di regolare meglio i rapporti tra le banche e le imprese».