Banca 121, truffa basata su una decina di titoli
Vendendo i titoli ai sottoscrittori - secondo le prime stime fatte dagli inquirenti - Banca 121 avrebbe rastrellato sul mercato alcune migliaia di miliardi di lire. La collocazione fa riferimento al periodo compreso tra aprile 1999 e marzo 2001. L'indagine ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, per il reato di favoreggiamento reale nel delitto di truffa contestato ad altre 37 persone tra dirigenti, funzionari e impiegati dell'ex Banca 121. I prodotti strutturati che vengono esaminati dagli investigatori sono i tre finiti sotto sequestro il 22 dicembre 2003, poi dissequestrati per consentire a Monte Paschi (che ha rilevato Banca 121) di procedere agli annunciati risarcimenti ai sottoscrittori danneggiati, e altri sette prodotti che non sono stati sequestrati perchè erano scaduti già prima del sequestro e, quindi, non sussistevano - si è appreso da fonti inquirenti - le esigenze cautelari, perchè ormai il danno per i sottoscrittori si era già prodotto. I prodotti al centro dell'inchiesta della Procura di Trani sono i Btp-online (emesso per primo nell'aprile 1999), Btp-tel e Btp-Index (finiti sotto sequestro) e il Btp-option; i Bot-action, Bot-equity, Bot-strike e Bot-reverse; e i Ctz-reverse e Ctz-strike (quest'ultimo emesso nel marzo 2001). Tutti i prodotti strutturati (composti cioè dal titolo di Stato e dall'opzione put) sono in sostanza un unico prodotto finanziario che ha dieci denominazioni diverse. In sostanza - ipotizzano i militari del Gico - cambiano i nomi, la data di collocamento sul mercato, i titoli del paniere di riferimento e la scadenza. Ma tutto il resto, anche gli schemi dei contratti, rimane identico. Il meccanismo della truffa ipotizzata dal pm Savasta può essere sintetizzato in questo modo: il sottoscrittore firmava un contratto con il quale chiedeva alla banca di comprare, ad esempio, un Btp e poi un'opzione put sul titolo stesso. Quindi, pagava la somma pattuita. Intanto, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino, cioè le associazioni che non avevano sottoscritto il tavolo di conciliazione per «May way» e «For You», sottolineano che su oltre 3.300 casi esaminati solo poco più di 600 risparmiatori hanno ottenuto adeguati rimborsi rispetto alle somme versate, mentre quasi il doppio si è visto rigettare il reclamo. Per oltre 2.600 risparmiatori, infine, il Monte dei Paschi di Siena propone poco convincenti rinegoziazioni.