La sanatoria slitta al 16 aprile, stop ai controlli
Lo ha deciso l'Aula di Montecitorio, che ha approvato un emendamento del governo al cosiddetto decreto «mille proroghe». Tutti i gruppi della Cdl hanno votato a favore. Contrarie le opposizioni. Senza una proroga per l'adesione al concordato fiscale preventivo «è a rischio il gettito di 2,7 miliardi previsto dalla finanziaria», ha fatto notare Maurizio Leo (An) che aveva presentato un emendamento al dl milleproroghe, poi ritirato, per spostare il termine al 30 aprile. Leo, a differenza del governo, sostiene che la proroga non avrebbe alcun effetto negativo sul gettito del condono e ricorda che «le procedure informatiche per l'adesione al concordato non ci sono ancora e il termine del 16 marzo è troppo ravvicinato. Non si capisce perché un'eventuale proroga debba arrivare a pochi giorni dalla scadenza. Non si può sempre vivere con l'acqua alla gola». Intanto la Guardia di Finanza ha deciso uno stop nei confronti di chi intende aderire al condono. Il Comando generale dele Fiamme Gialle, d'intesa con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, ha infatti impartito specifiche direttive ai reparti del Corpo affinchè le attività di controllo siano sospese fino al 16 marzo, nell'ipotesi - si spiega - in cui il contribuente ispezionato manifesti l'intenzione di fare ricorso, in relazione al periodo d'imposta 2002, alle forme di sanatoria introdotte dalla Finanziaria 2004. La decisione è stata comunicata in una lettera che il comandante generale della Gdf, Roberto Speciale, ha inviato al presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Antonio Tamburrino, in risposta ad una richiesta dello stesso presidente. A queste iniziative, sottolinea la Guardia di finanza, «che rispondono ai principi di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa, sarà dato corso valutando caso per caso, laddove non ricorrano cause ostative o particolari motivi che richiedano la prosecuzione dell'intervento». Prima dell'ok alla proroga un allarme era stato lanciato da Paolo Moretti, Consigliere nazionale dei Ragionieri Commercialisti delegato alla fiscalità: se la data di adesione al concordato non verrà prorogata - aveva affermato -, il nuovo strumento fiscale rivolto a commercianti e artigiani rischia di fallire. «Se il governo non sposta la data del concordato è meglio che lo ritiri - dichiarava senza mezzi termini il rappresentante dei commercialisti -. Lo slittamento dal 16 marzo al 30 aprile è praticamente obbligato se si vuole raggiungere l'obiettivo di avere un minimo di gettito. I contribuenti - spiegava Moretti - debbono programmare il futuro e non lo possono fare in 10 giorni, se si pensa che noi, come professionisti, ancora non abbiamo l'assistenza dalle società di software per fare i calcoli per i clienti».