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di GIULIA CERASOLI LA DECISIONE definitiva su chi farà il monitoraggio politico delle trasmissioni ...

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Ma già appare chiaro che i consiglieri si troveranno a dover decidere abbastanza rapidamente se chiedere un forte «sconto» all'istituto di Pavia o ad approvare la proposta di «elaborazione interna» portata dal direttore generale con il supporto di un accurato dossier. Pare infatti che la discussione approfondita affrontata nell'ultimo CdA sul monitoraggio politico della programmazione, attualmente affidato all'Osservatorio di Pavia, alla fine abbia fatto maturare una quasi-decisione. Secondo fonti interne, infatti, «l'appalto non sarebbe stato ancora assegnato per il notevole aumento del costo (circa il 30% in più)» del servizio da parte dell'Osservatorio. Così «si sta valutando la possibilità di effettuare il monitoraggio internamente». Non solo ma già «si sarebbe concordato di rendere pubblici i dati ogni mese». A questo punto, bisognerà vedere se toccherà all'Annunziata (che lo ha chiesto esplicitamente per seguire l'esempio di Zaccaria) o al dg Cattaneo, il compito di esporre questi dati importantissimi nel periodo pre-elettorale. Certo, fino al 9 marzo rimane ancora aperta la possibilità di chiedere un forte sconto alll'Osservatorio di Pavia che potrebbe in questo modo riottenere l'appalto. Ma se invece l'azienda sceglierà di elaborare da sola i dati dell'informazione e dell'intrattenimento tenendo conto della presenza dei politici, si porrà il problema dell'autorevolezza dell'interpretazione, superabile con la supervisione di un comitato scientifico «esterno». Sul fronte exit pool, invece, il dg Cattaneo dichiara che «non c'è nessun problema con la Nexus di Luigi Crespi». Ieri intanto la legge Gasparri sul riordino Tv è tornata in Commissione alla Camera. «Spero che la legge venga approvata entro marzo», ha detto il ministro Gasparri, si è detto «fiducioso». Questo mentre l'opposizione ha chiesto a gran voce che il ddl Gasparri venga riesaminato per intero. In Commissione la maggioranza, ha spiegato il relatore Paolo Romani (FI), ha proposto di ripartire dal testo unificato uscito dalle stesse commissioni e comunque di esaminare solo le parti del testo coinvolte dal messaggio con cui il Capo dello Stato rinviò la legge alle Camere. È stato fissato alle 17 di martedì 2 marzo il termine per la presentazione degli emendamenti. «La possibilità che venga posta la questione di fiducia? Deciderà il governo», ha concluso il presidente della commissione Trasporti. L'opposizione naturalmente punta a ridiscutere tutto il decreto legge e ha chiesto di ridiscutere le modalità d'esame del provvedimento. Il presidente di turno Alfredo Biondi però ha risposto che la richiesta «non è praticabile nel merito».

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