Arrestato Volpe, bufera su Telekom Serbia
E scoppia la polemica sulla Commissione. In carcere, a Novara, è finito Antonio Volpe, l'uomo che il 31 luglio 2003 portò un dossier con false accuse alla Commissione Parlamentare che si occupa dell'acquisto di una quota della compagnia telefonica jugoslava da parte di Telecom Italia; due mandati di cattura sono stati spiccati per altri due personaggi, Maurizio De Simone e Giovanni Romanazzi, intermediari d'affari che si trovano in Thailandia, considerati suoi complici. Il terzetto avrebbe preso parte al «disegno criminoso» architettato da qualcuno per far credere che gli esponenti del centrosinistra avevano preso tangenti. Un disegno che risalirebbe almeno al gennaio del 2003, come dimostra un fax sequestrato dagli inquirenti, nel quale sarebbe coinvolto anche Igor Marini, il procacciatore che davanti alla Commissione di inchiesta e alla magistratura lanciò per primo le accuse a Prodi, Dini e Fassino. Da una parte Volpe con i complici, dall'altra Marini: due gruppi diversi, che probabilmente non erano in contatto, ma che avrebbero agito con un solo obiettivo. Il giudice si riferisce in particolare a due «pay order» contenuti nel dossier che nelle intenzioni di Volpe dovevano dimostrare come Dini e Prodi avevano preso del denaro. Due fogli che hanno fatto guadagnare all' uomo l' accusa di calunnia nei confronti dei due esponenti politici. Solo calunnie quindi quelle nei confronti dei politici? L'arresto di Volpe getta la Commissione Telekom Serbia nella bufera, con il centrosinistra che chiede le dimissioni di Vito e del presidente della Commissione Trantino (An). Prodi, tirato in ballo da Marini con il soprannome di «Mortadella», pretende le scuse dalle persone responsabili di questa «colossale calunnia», e in vista della sua audizione in Commissione scrive a Trantino chiedendo «un chiarimento sui fatti». Più esplicito Fassino («Cicogna») che in una seconda lettera a Trantino gli fa sapere che non si presenterà all'audizione il prossimo tre marzo perchè non intende essere ascoltato «in una sede così compromessa». Trantino non nasconde il suo disappunto. E a Prodi replica: «Faccia chiedere scusa da chi vuole, non certamente da una commissione che non aveva nessun animo di offenderlo, perchè ha sentito, com' era suo dovere, il Marini». Ma l'arresto di Volpe è per il centrosinistra una preziosa occasione per tornare all'attacco. Il diessino Guido Calvi chiede che la Commissione interrompa immediatamente i suoi lavori. «La Commissione risulta colpita al cuore nella sua credibilità istituzionale» (Marco Minniti, Ds), e da questi ultimi arresti «Trantino e Vito dovrebbero trarre da soli le conseguenze» (Giovanni Kessler, Ds). Il centrodestra in Commissione, che ha preannunciato per la prossima settimana una modifica al regolamento così da rendere possibile l'audizione dei politici come testi sotto giuramento, fa quadrato attorno al presidente Trantino. «L'arresto di Antonio Volpe conferma la bontà della linea scelta dalla commissione Telekom Serbia che aveva deciso, non a caso, di congelare ogni indagine legata ad Igor Marini in rispettosa attesa degli sviluppi dell'indagine giudiziaria in corso a Torino», afferma Giuseppe Consolo di An.