Tutto il centro sinistra colpito da condonite
Al tombale di Tremonti anche le federazioni locali dei Ds e gli Editori Riuniti del popolo girotondino
Nemmeno una chiamata di piazza contro la riforma delle pensioni avrebbe scatenato tanto entusiasmo come la proposta di condono tombale avanzata da Giulio Tremonti. Criticata sì in pubblico, ma accolta con uno sfregolio di mani incredibile da tutti gli amministratori delle miriadi di società collegate all'Ulivo e perfino alla sua società civile, girotondini e dipetristi in testa. Solo la galassia dei Democratici di sinistra, secondo quanto finora censito da Il Tempo, ha versato un primo acconto per ottenere da Tremonti il colpo di spugna fiscale, di 1.650.000 euro. Secondo l'articolo 9 della legge sul condono tombale, dovrebbe essere la somma pari al «18 per cento delle imposte lorde e delle imposte sostitutive risultanti dalla dichiarazione originariamente presentata». Ha chiesto il perdono dai propri peccati fiscali ogni società direttamente controllata dai Democratici di sinistra. Come rivelato nei due giorni scorsi, lo ha fatto la Beta immmobiliare (che insieme a quello di Tremonti ha ottenuto anche dalle banche creditrici un ben più sostanzioso condono, con la rinuncia al 50% dei debiti maturati). Lo ha fatto la Se.var, braccio operativo del partito nell'organizzazione di convegni e feste. Si è adeguata la Libreria Rinascita. La scelta dei manager di Piero Fassino e Massimo D'Alema è stato però anche il faro di orientamento di numerose federazioni locali del partito. Anche nel cuore dell'Emilia rossa, la regione più pura e moralista della ex galassia comunista. Così a Reggio Emilia, dove i Democratici di sinistra hanno il controllo della Reggiana immobiliare società per azioni, il presidente del consiglio di amministrazione Alfredo Medici si è messo una mano sulla coscienza e alla fine dell'assemblea del 28 aprile 2003 ha comunicato sbrigativamente ai soci le sue considerazioni finali: «Si segnala che la società ha aderito al condono fiscale ai sensi della L.289/02, art.9 per un importo da versare di Euro 29.321». Ma quel che è avvenuto in casa Ds si è presto propagato a tutto l'Ulivo, il Triciclo o il centro sinistra che dire si voglia. Sfiorando perfino il mondo dei girotondini. Ha fatto il condono, e lo ha riconosciuto anche con un comunicato stampa, L'Unità di Furio Colombo. Il quotidiano si è risentito ieri per il fotomontaggio pubblicato in questa pagina lunedì scorso, con il direttore del giornale a cui abbiamo messo fra le mani una delle tante prime pagine che l'Unità ha dedicato allo «scandalo» del condono fiscale. Era vera la prima pagina, presumiamo che sia vero anche il direttore Colombo, respingiamo allora l'accusa di avere compiuto, come ci è stato detto, «un falso». Ma L'Unità non è sola in quel mondo che vive ai bordi del centro-sinistra. Perché è già arrivato a farle compagnia la casa editrice più in voga nella sinistra girotondina: gli Editori Riuniti. Anche loro, come l'Unità, un tempo erano un fiore all'occhiello del partito comunista. Dopo avere perso un bel po' di soldi però il partito se ne è sbarazzato. E ora la casa editrice è finita nelle mani sapienti di Diego Novelli, ex sindaco di Torino, ex parlamentare pci, ex promotore della Rete insieme a Nando Dalla Chiesa. La casa editrice è assurta all'onore delle cronache anche per avere pubblicato il celebre libro-scandalo scritto da Marco Travaglio sulle origini della fortuna economica di Silvio Berlusconi. Proprio quel libro che fu portato in tv nella trasmissione del comico Luttazzi alla vigilia delle elezioni politiche 2001 e che causò mille polemiche e più di una robusta causa civile. Gli Editori Riuniti però in una delle loro più drammatiche riunioni, tenuta a Torino il 19 giugno 2003 per ratificare le dimissioni dello stesso Novelli dalla presidenza, scelsero con qualche singhiozzo di aderire anche al condono tombale dell'odiato Tremonti. Una decisione difficile e delicata, perché così l'esercizio che si sarebbe chiuso con la perdita di 247 mila euro ha dovuto registrare «le rettifiche apportate in seguito al