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«La vera vergogna è il premier e invece vi accanite con un giornale»

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Vincenzo Visco, ex ministro dell'Economia nell'era dell'Ulivo, imbocca il corridoio che porta all'uscita di Montecitorio. Ascolta la domanda e accelera il passo. Onorevole, condivide? «Che cosa, scusi?». Insomma, trova giusto che un giornale fa una battaglia contro una legge e poi, una volta approvata, ne approfitta? «Se c'è una legge, c'è una legge». E che cosa vuol dire? «C'è una legge, no? È sempre una legge». D'accordo, ma l'Unità ne ha fatto una questione morale. Chiamò il condono fiscale il «salva-criminali»... «Senta, il condono era uno schifo, non c'è dubbio. L'abbiamo contrastato in tutti i modi. Poi è stato approvato. Ora è una legge dello Stato, no? E allora? E ora, grazie tante ma devo andare. Buonasera, eh?». Visco imbocca la via d'uscita, s'infila nel tornello all'ingresso della Camera e saluta di nuovo. Scusi, ancora una domanda. Ma lei che cosa pensa? Come lo giudica? «Che cosa?» Stiamo parlando del fatto che l'Unità ha criticato aspramente il condono fiscale e poi ha chiesto di aderire? «E lo chiede a me». E a chi lo dovremmo chiedere? «Agli amministratori della società editrice. E ora grazie e buonasera». Visco apre il portone di Montecitorio e va via. Cammina a passo svelto nella piazza. Scusi, ma lei è un editorialista, il 15 dicembre 2002 scrisse un articolo sull'Unità intitolato: «Il fai da te dei furbi d'Italia»... «Ma ha visto Berlusconi? Nel discorso di fine anno ha detto che non avrebbe mai utilizzato le leggi fatte da lui. E poi ne ha approfittato in tutti i modi. Ecco, quello è il vero scandalo. E lei si meraviglia per altro... Si faccia le domande su Berlusconi e i suoi autocondoni. E ora, grazie, e buonasera. Sa, ho un appuntamento». Ma almeno Berlusconi è coerente: fa una legge e se la autoapplica. A sinistra c'è chi parla di leggi salva-criminali e poi ne approfitta. Le sembra normale? «Ma la smetta. Voi del Tempo state facendo una speculazione indegna. La smetta e ora devo andare...» Visco ormai è arrivato alla fine di piazza Montecitorio. Allora, onorevole, ci sono due morali. Una che vale per gli altri e una per sè? «Ma smettetela. È una speculazione indegna. Prendersela con l'Unità invece di guardare a quello che fa Berlusconi».

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