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L'Anm pronta a revocare lo sciopero

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Le richieste: stipendio bloccato, via le toghe incapaci, più poteri ai procuratori

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Lo ha sottolineato il presidente dell'Anm, Edmondo Bruti Liberati, al termine dell'audizione di ieri mattina di fronte alla commissione Giustizia della Camera sulla riforma dell'ordinamento giudiziario. «Preferisco non fare previsioni - ha spiegato il magistrato -. La convocazione del presidente Casini è stata un dato molto significativo. Casini ha fatto delle dichiarazioni importanti, la commissione Giustizia ci ha ascoltato con attenzione. Il problema delle nostre successive iniziative sarà valutato responsabilmente dall'Associazione nella sua sede competente. Se ci sarà la possibilità di una ripresa di confronto rivaluteremo le nostre decisioni». Commentando le dichiarazioni di Casini, che ha invitato a non fare una riforma dell'ordinamento giudiziario contro i magistrati, il premier, Berlusconi, ha detto: «Nessuno ha mai pensato di fare riforme contro chicchessia». Fra le proposte che l'Anm ha portato alla commissione Giustizia della Camera ci sono il blocco della crescita dello stipendio, ma anche la rimozione, per i magistrati che non superino i controlli sulla loro professionalità; solo funzioni giudicanti collegiali per chi è a inizio carriera; obbligo di cambiare circondario o distretto per chi vuole passare dalle funzioni di pm a quelle di giudice; più poteri per i capi delle procure sui sostituti; accesso diversificato per la Cassazione. Si tratta di un progetto che propone soluzioni alternative a quelle contenute nella riforma dell'ordinamento giudiziario, contro il quale l'Associazione ha proclamato due giorni di sciopero. Al sistema dei concorsi, previsto dalla riforma del governo per l'avanzamento di carriera dei magistrati, l'Anm contrappone una valutazione di professionalità che sia più rigorosa dell'attuale, con controlli ogni quattro anni sulla qualità e quantità del lavoro svolto dai magistrati e sanzioni pesanti: il blocco per un quadriennio della progressione economica alla prima bocciatura, e alla seconda, la rimozione dall'ordine giudiziario. Inoltre il «sindacato delle toghe» pensa a un concorso di accesso diverso per la Cassazione, con un comitato consultivo nominato dal Csm e costituito da magistrati della Suprema Corte e professori universitari. In alternativa ai concorsi diversificati per giudice e pm introdotti dalla riforma, l'Anm propone il mantenimento di un accesso unico, ma con l'obbligo di destinare i magistrati a inizio carriera a funzioni giudicanti collegiali. E ancora: l'obbligo di cambiare circondario o distretto per il pm che voglia andare a svolgere funzioni di giudice; un passaggio che dovrebbe essere consentito solo all'esito di una «rigorosa valutazione attitudinale». Così, assicura il «sindacato delle toghe», si potrà assicurare non solo l'imparzialità, ma anche «l'apparenza di imparzialità» dei magistrati C'è un modello alternativo anche per le procure rispetto a quello proposto dalla riforma, e che secondo l'Anm è improntato alla «gerarchizzazione». Se l'obiettivo è una maggiore omogeneità nell'esercizio dell'azione penale, lo si può raggiungere, sostiene l'Anm, dando al procuratore capo il potere di dare direttive ai sostituti. Positivo il clima emerso al termine dell'audizione. Il presidente della commissione, Gaetano Pecorella, di Forza Italia, ha sottolineato che la riforma in discussione non può essere fatta contro i magistrati e ha preannunciato che ci sarà un nuovo confronto con l'Anm sui punti più controversi del provvedimento. La responsabile Giustizia dei Ds, Anna Finocchiaro, ha invece spiegato che, per valutare se effettivamente è possibile un dialogo, occorrerà conoscere i tempi che verranno decisi per l'iter della riforma, nella Conferenza dei capigruppo in programma giovedì prossimo.

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