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D'Alema a Berlusconi: se ho rubato mi denunci «Parla di barche invece che dei problemi della gente». Casini: «Pensate tutti a cose più serie»

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«Posso soltanto dire che da romanista vorrei un Milan senza punte», ironizza. «Berlusconi ha una precisa strategia mediatica - prosegue D'Alema - parla di barche, parla di ville, parla di calcio, insomma vuole parlare di tutto tranne che dei problemi del Paese». E aggiunge che però «è la persona meno adatta a parlare di questo argomento, visto che lui di barche ne possiede una di 55 metri». In merito ai politici «ladri» D'Alema sfida Berlusconi a rivolgersi ai magistrati: «Se ritiene che qualcuno di noi ha rubato, ci denunci». È aggiunge: «Io sono pronto: a differenza di lui se i giudici mi chiamano, ci vado». Anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ritiene che Berlusconi non pensa ai problemi del paese: «Dispiace che rispetto ai grandi problemi del Paese, quelli che vivono le famiglie, quelli che riguardano i prezzi e la difficoltà di arrivare a fine mese, i giornali dedichino pagine e pagine sulle due punte del Milan». A D'Alema replica subito Isabella Bertolini di Fi: «Ma D'Alema come si permette? Si vergogni. Lui è l'ultimo che può fare sermoni. Si è già visto quello che ha fatto. Nulla. Niente di niente. D'Alema - ha aggiunto Bertolini «è andato a Palazzo Chigi con un inganno di palazzo, poi non ha saputo fare altro che aumentare le tasse. Ma a chi pensa di raccontarla? Berlusconi ha una barca? Bene. Il Capo del Governo, da grande imprenditore, ha lavorato, ha fondato imponenti realtà aziendali, creando ricchezza per migliaia di famiglie. D'Alema la barca ce l'ha ma non ha mai lavorato. Senza dimenticare le sue scarpe milionarie. Ha fatto solo chiacchiere, è un burocrate del Pci-Pds-Ds. Come quasi tutti gli esponenti della sinistra. D'Alema faccia il piacere, abbia un minimo di pudore e risparmi agli italiani le sue stucchevoli litanie». Marino Bartoletti, già conduttore del programma negli anni '80, capo della redazione sportiva della Rai tra il '94 e il '97 e ora candidato sindaco di Forlì in una lista civica con l'appoggio esterno del centrodestra, afferma che «è stato strumenmtalizzato, infatti «l'intento di Berlusconi non era di natura politica, ma soltanto su quello che aveva visto in campo. Il dopo, è frutto di strumentalizzazioni». «Parlare di spot elettorale -aggiunge Bartoletti- mi sembra una esagerazione in piena regola». Il governatore del Lazio Storace trova che sia «una polemica ridicola. Ero davanti alla tv come milioni di telespettatori e non ho trovato nulla di strano, imbarazzante è stata la Annunziata che cianciava di stipendi. Mi è venuto in mente l'apparizione dell' allora premier D'Alema al programma di Gianni Morandi. Con D'Alema era il trionfo della democrazia, con Berlusconi quello della dittatura. Ci sarà una via di mezzo?». Di «spot elettorale» parla ancora l'ex calciatore Gianni Rivera, d'accordo con lui anche l'ex presidente Cossiga, mentre Il portavoce del premier Paolo Bonaiuti definisce la polemica «ridicola». «La sinistra vuole imbavagliare il premier», aggiunge, mentre per l'ex braccio destro di D'Alema Claudio Velardi, Berlusconi «è un comunicatore invincibile». Pier Ferdinando Casini infine si dice preoccupato dal fatto che in Italia non «si distingua fra questioni vere e sciocchezze» e fa l'esempio delle discussione su Nassiriya e dell' apparizione di Berlusconi in tv. Giu.Cer.

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