Annunziata riabilita Maffei e accusa solo il premier
La presidente Lucia Annunziata, invece, dopo le accuse e le minacce di sanzioni nel confronti del direttore di RaiSport Fabrizio Maffei (che aveva ricevuto la solidarietà di tutti i colleghi) ha dovuto fare marcia indietro, assolvendo anche lei Maffei e la sua redazione, colpevoli soltanto di aver cercato «lo scoop». Assoluzione all'unanimità, infatti da parte del CdA per Rai Sport dopo le polemiche sollevate dall'intervento del premier alla Domenica Sportiva. Ma la presidente attacca ancora e solo il premier: «Il problema è il conflitto di interessi» di Berlusconi, presidente del Consiglio ma anche del Milan. E a chi rileva la sua «marcia indietro», la presidente nega e precisa: «Sul conflitto di interessi ciascun consigliere è rimasto sulle sue posizioni. E non abbiamo votato». Perché che cosa averebbero dovuto votare? Il Consiglio (qualcuno ha parlato di un preconsiglio in cui la presidente avrebbe rassicurato dg e consiglieri sulla fiducia a Maffei, ma poi l'azienda ha smentito) si apre con la relazione del direttore generale in cui, spiega il consigliere Marcello Veneziani, «è stato ricostruito l'episodio e sono state anche ricordate le regole, sempre rispettate, della par condicio, stabilite dai precedenti governi di centro-sinistra». Cattaneo enumera i punti della relazione di Maffei sul caso: «1)La Ds è un programma di approfondimento sotto una testata giornalistica. 2) L'argomento era una notizia, che il giorno dopo sarebbe stata su tutte le prime pagine. 3)C'era il contraddittorio sportivo.4)L'intervento era titolato ed era stato chiesto dal direttore della testata sul tema del giorno. 5)La durata era analoga a quella di altri interventi precedenti, come quello del presidente Moratti. 6) Nel sottopancia era scritto "presidente del Consiglio", solo perché in questi casi vale la carica più alta...». Giorgio Rumi annuisce e confessa: «É proprio vero. Io come professore ho lavorato una vita e sono famoso solo ora come consigliere della Rai...». Il CdA, Annunziata compresa, è d'accordo: il comportamento di Rai Sport, di Maffei e della Domenica Sportiva «è stato corretto e ineccepibile, anzi giornalisticamente i colleghi hanno fatto un buon colpo», sottolinea ancora Veneziani. Dopo i veleni, il direttore generale incassa con soddisfazione l'orientamento unanime del consiglio: «Ritengo che questo consiglio abbia confermato la libertà dei direttori di testata ad operare sul terreno della notizia nel rispetto della linea editoriale e delle regole aziendali. Maffei si è visto riconoscere la preofessionalità che merita». Poi aggiunge: «Sono contento che anche la presidente Annunziata abbia convenuto sulla correttezza del comportamento della testata e dell'azienda pur rimanendo sulle sue nette posizioni di contrarietà circa l'opportunità della presenza in audio del presidente Berlusconi. Posizioni che sono da parte sua assolutamente legittime ma che io non condivido», conclude secco il dg. E infatti la presidente (che non ha avuto nulla da eccepire sulla conferma del «metodo Zaccaria» dei tre terzi), torna all'attacco invece sul «conflitto di interessi nel suo doppio ruolo». «Il mio intervento in trasmissione è stato duramente criticato da alcuni dei consiglieri presenti ed è stato da me difeso: e su questa divisione siamo rimasti», aggiunge infine Annunziata, precisando che comunque su questo tema, come sull'operato di Maffei, nella riunione non si è votato. Anzi afferma che Maffei, da lei non era stato «mai chiamato in causa». Strano. Infatti ieri il direttore ha confermato la chiamata notturna del presidente Annunziata: «Sì. Mi ha chiamato con un tono direi particolarmente acceso. Ecco sì: acceso. Mi ha detto polemicamente che avevo consegnato alla "Domenica sportiva" al presidente del consiglio e ha minacciato sanzioni». Da Forza Italia piovono critiche sulla presidente: per Giorgio Lainati «ha fatto marcia indietro», per Isabella Bertolini «si arrampica sugli specchi», per Pa