Resta giusta la campagna fatta dal giornale Non è contraddizione chiedere quel perdono
Vero è infatti, dice a Il Tempo, che la politica dei condoni è deleteria, ma è anche vero che sarebbe sbagliato non applicare una normativa che reca vantaggi e usufruire della quale non costituisce affatto una patente di scarsa onestà. Senatore Debenedetti, non pensa che sia una contraddizione che l'Unità, dopo aver criticato la manovra economica di Tremonti e i condoni, si serva poi del condono fiscale? «Io non vedo un contrasto fra un'azione politica che viene effettuata prima che venga approvata una legge, e quello che si fa dopo che questa legge è stata approvata. Va tenuto conto anche del fatto che in una società ci sono attori diversi, ci sono dei soci che hanno dei diritti. Se è possibile avere un vantaggio da una norma non c'è motivo perché non la si applichi. E poi perché non applicarla? Per fare un regalo a chi? Da questo punto di vista si potrebbe dire anche "utilizziamo quei soldi risparmiati per una nobile battaglia politica"». Ma l'Unità ha fatto una forte battaglia contro. «Guardi, io non sono molto tenero con l'Unità, ho preso posizioni molto nette. Ma in questo caso credo che sia inoppugnabile che i condoni fiscali sono una ingiustizia verso chi si è comportato bene e un incentivo a comportarsi male in futuro». Resta il fatto che quella battaglia fu fatta anche accampando motivi di salvaguardia del cittadino onesto, in definitiva di ordine morale... «I condoni possono premiare i disonesti, ma questo non significa che tutti quelli che ne usufruiscono siano disonesti. In un sistema sociale ci deve essere un rapporto di fiducia fra i cittadini e il fisco. Il condono fatto per fare cassa colpisce la correttezza dei comportamenti. Questo è ben noto: lo dice anche la "Voce" testata internettiana certamente non estremista, ma lo dice qualunque manuale di scienza delle finanze. Va tenuto conto anche del fatto che molti possono aver utilizzato il condono per misura precauzionale. E, a torto o a ragione, è diffuso il timore che il fisco possa essere severo con chi non ha usufruito del condono. Riassumendo, gli argomenti usati dal giornale, e cioè che il condono distorce i corretti rapporto fra cittadini e fisco, che si tratta di un premio per i furbi e che crea aspettative e può indurre comportamenti scorretti, tutto questo è vero. Perciò malgrado le mie polemiche con l'Unità, aver usato questa possibilità non costituisce doppiezza. Oltretutto, un amministratore deve utilizzare i mezzi che ci sono a vantaggio dell'azienda; altrimenti sarebbe almeno criticabile».