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L'opposizione va all'attacco sul conflitto d'interessi

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Ma il relatore Andrea Pastore di Forza Italia avverte: la riforma della Costituzione ha la precedenza

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Andrea Pastore (Fi), presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama e relatore del ddl, assicura che il provvedimento non è stato abbandonato, ma che la riforma della Costituzione ha la precedenza. «Torneremo a chiederlo domani (cioè oggi n.d.r.) nella conferenza dei capigruppo», annuncia ieri il presidente dei senatori della Margherita, Willer Bordon, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche Roberto Giachetti, deputato della Margherita, al suo ventesimo giorno di sciopero della fame in protesta contro «l'insabbiamento» del ddl Frattini. Gavino Angius, capogruppo dei Ds, chiama in causa il presidente Pera. «Ma il presidente del Senato non ha nulla da dire su questa questione? Questa benedetta legge sul conflitto di interessi è qui, congelata al Senato e non si può far finta di niente, mettere la testa sotto la sabbia. Può la seconda carica dello Stato - chiede Angius - ignorare il misfatto che si sta consumando?». Ottaviano Del Turco dello Sdi afferma: «Siamo l'unico Parlamento al mondo dove la maggioranza fa ostruzionismo a un suo stesso provvedimento». Secondo Bordon il ritardo della maggioranza è motivato da un secondo fine e collegato alla legge Gasparri. «Se si fosse approvato il ddl Frattini, Berlusconi non avrebbe potuto porre la fiducia su Retequattro, tanto per fare un esempio del groviglio di interessi che ruotano attorno al Parlamento. Inoltre, la maggioranza pensava di approvare prima la Gasparri della legge Frattini. Ma per disgrazia di Berlusconi, la Gasparri è slittata. In questo modo, se venisse approvato prima il ddl Frattini, la Gasparri configurerebbe un conflitto di interessi». I capigruppo dell'opposizione, inoltre, specificano che il passaggio nell'aula di palazzo Madama del conflitto di interessi sarebbe un'operazione di pochi minuti. «La legge è stata già approvata il 28 febbraio del 2002 alla Camera - spiega Bordon - poi è stata modificata soltanto su uno stanziamento di competenze, prima in Commissione alla Camera e poi, ai primi di ottobre del 2003, in Commissione al Senato. Insomma il voto sul conflitto di interessi impiegherebbe giusto qualche minuto nell'aula del Senato». I capigruppo d'opposizione, infine, sollecitano l'Antitrust perché faccia un'indagine su eventuali alterazioni del mercato provocate dalle «leggi ad hoc» del governo sulle aziende di Berlusconi. «Quello che è sicuro - sottolinea Angius - è che il patrimonio di Berlusconi è aumentato in modo esponenziale, negli ultimi anni, per merito delle scelte legislative e fiscali del governo». Replica Andrea Pastore: «Non abbiamo "abbandonato" il ddl Frattini sul conflitto di interessi. Possiamo garantire che verrà assegnato al calendario dell'assemblea del Senato nei tempi e nei modi che governo e maggioranza stabiliranno. Il ddl andrà comunque in porto». «Il centrosinistra dovrebbe cercare - aggiunge Pastore - di essere più coerente e di non cadere in facili contraddizioni. Nella conferenza stampa di oggi da un lato le opposizioni hanno infatti sostenuto che la legge Frattini non serve assolutamente a nulla. Dall'altro lato, invece, si strappano i capelli per denunciare la presunta volontà della maggioranza di abbandonare il provvedimento. Angius e Bordon si decidano ed offrano finalmente un pò di coerenza all'opinione pubblica». Pastore ha comunque sottolineato che secondo governo e maggioranza prima del ddl sul conflitto di interessi il Senato dovrà portare a conclusione la riforma della Costituzione. Soltanto dopo la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama valuterà quando inserire nel calendario d'aula la legge Frattini.

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