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Cecenia, manifestazione a Roma per chiedere un piano di pace

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Il genocidio ceceno continua». Con questo slogan il Partito radicale transnazionale e i Radicali italiani, con l'adesione di altre forze politiche e di Amnesty International, hanno organizzato ieri pomeriggio una manifestazione in piazza Colonna per commemorare la deportazione del popolo ceceno da parte di Stalin nel 1944 e per sostenere il piano di pace del governo Maskhadov. Un'analoga manifestazione di protesta si è tenuta anche davanti alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles. I manifestanti, provenienti da numerose città europee (Roma, Parigi, Vienna, Varsavia, Praga, San Pietroburgo) e da New York, si sono dati appuntamento per iniziativa delle comunità dei rifugiati ceceni in Europa e del Partito radicale transnazionale. «Duecentomila morti per il massacro in Cecenia. Ferma il genocidio», «Ieri Stalin oggi Putin», «La Cecenia è in Europa. Perché nessuno l'aiuta?» erano alcuni degli slogan appesi al petto o alla schiena dei manifestanti a Roma. «Rilanceremo a livello di gruppo europeo la nostra battaglia sulla Cecenia - è stato il messaggio del presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio -. Sfidiamo il governo a ricordarsi che la democrazia ci deve essere anche in Russia, così come in Tibet. Bisogna insistere affinché i diritti civili valgano dappertutto». Alla manifestazione ha preso parte anche il deputato di An, Teodoro Buontempo, perché «è un dovere dare il proprio contributo per rompere il muro di silenzio che c'è attorno alla vicenda cecena, un silenzio che va avanti da anni». «Dobbiamo chiedere al governo di intervenire - ha detto - perché la vicenda cecena diventi una priorità per arrivare a un accordo di pace». Per Buontempo «è ancora più scandaloso il silenzio dell'Onu e dei governi europei, che uccide con la stessa violenza con cui in Cecenia vengono uccisi donne e bambini. Un silenzio che non è nato nel 2001, ma è esistito anche prima del '44, e che nasce da colossali interessi legati allo sfruttamento delle materie prime nel sottosuolo in quella regione». «Quella che da sempre è una battaglia di autonomia - ha dichiarato il deputato il An - rischia di trasformarsi in una guerra di religione e ciò produrrebbe un moltiplicarsi di atti terroristici e di repressioni sanguinarie». Buontempo ha quindi annunciato che chiederà con una mozione al Parlamento l'invio di una delegazione in Cecenia per verificare la possibilità di un piano di pace dell'Onu e dell'Ue. Fra gli intervenuti al sit-in anche Sergio Stanzani, presidente del Partito radicale transnazionale, i Radicali italiani Daniele Capezzone e Danilo Quinto, che ha letto un messaggio di Adriano Sofri, Silvio Di Francia, in rappresentanza del sindaco Veltroni, Marco Bertotto, presidente di Amnesty International, Maria Sereni della direzione Ds, Gianni Vernetti (Margherita), Giovanni Russo Spena (Rifondazione), il radicale transnazionale Olivier Dupuis, che per 35 giorni ha protestato con lo sciopero della fame in sostegno della causa cecena.

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