ANCORA una giornata di passione per la CdL sulle riforme.
E l'Udc rilancia: l'accordo si può fare, purché passi la cosiddetta contestualità affievolita. Al Consiglio federale del Carroccio Umberto Bossi ha ribadito la linea dura del partito. «Siamo nel governo per fare le riforme. Se non si fanno, è inutile starci» scandisce Francesco Speroni, braccio destro del senatur al ministero per le Riforme istituzionali. A fare da mediatore Silvio Berlusconi, determinato a trovare un accordo condiviso. Il premier ha trascorso la giornata nella Villa San Martino a Arcore e non è escluso che domani sera incontri, a cena, il leader della Lega per fare il punto della situazione. Tra i temi sul tappeto resta da sciogliere il nodo più grosso: quello del Senato federale. Il punto è come realizzare la contestualità tra l'elezione dei senatori e quella dei Consigli regionali. Ma, al di là delle scaramucce, c'è chi parla di accordo già pronto nella maggioranza sulla durata del Senato federale sottoforma di un emendamento, caldeggiato dai centristi, che sarà elaborato da Francesco D'Onofrio. Il testo dell'emendamento prevede un'assemblea di palazzo Madama in carica per cinque anni, eletta insieme ai Consigli regionali, ma solo a partire dal 2011. Con una sorta di clausola di garanzia: in caso di crisi del governo regionale i senatori non rischieranno di decadere e perdere il posto. Speroni nega fratture nella coalizione e conferma la possibilità di un'intesa a portata di mano. «Non c'è nessuna divisione o frattura nella maggioranza. C'è solo da parte della Lega un richiamo agli alleati a rispettare anche i tempi per realizzare il programma concordato» assicura, sottolineando che «la cosiddetta contestualità diffusa è una soluzione, perchè non lega la durata di un senatore a ipotetiche crisi regionali». Restano in agenda per oggi una probabile riunione dei senatori di FI e un incontro a pranzo fra il segretario Marco Follini e i senatori dell'Udc. Stamattina, in ogni caso, il premier dovrebbe rientrare a Roma. E c'è chi assicura che in giornata la questione delle riforme possa essere affrontata in un vertice di maggioranza, anche se le convocazioni non sono state ancora diramate.