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VA AVANTI la polemica sulla missione in Iraq, dopo le parole di accusa di Luciano Violante verso il governo, ...

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Ma la Casa delle Libertà alza il tiro e chiama in causa Romano Prodi, invitando l'ex premier a prendere posizione sul caso con la stessa «solerzia» spesa in occasione del battesimo della lista unitaria per le europee. Anche il prosieguo della missione militare a Nassiriya, così, diventa terreno di scontro tra i poli in una campagna elettorale già ampiamente in atto. Non è un caso se, a poche ore di distanza, Forza Italia, Alleanza Nazionale e Udc, chiedono a Prodi di «uscire allo scoperto» sul caso Violante. Attacca Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, ripetendo quanto dichiarato al Tempo: «Prodi c'è quando non ci deve essere e non c'è quando ci deve essere. C'è per fare la lista unitaria, per fare il comizio e inneggiare all'opposizione, anche se il ruolo di un presidente della Commissione Europea dovrebbe essere super partes. Prodi è assente invece sulla missione italiana in Iraq e sulle parole di Violante. Lì "non vede, non sente, non parla"». Poco dopo è Marco Follini, segretario dell'Udc, a dirsi «sorpreso dal silenzio di Prodi dopo le parole di Violante». «Mi aspettavo - afferma - un pensiero anche del presidente della Commissione, che spesso è così solerte nell'intervenire sui temi della politica». Chiude il cerchio Mario Landolfi, portavoce di Alleanza Nazionale: «La sedicente lista unitaria è nata nel nome di Prodi e Prodi deve uscire allo scoperto, per far sapere agli italiani che cosa pensa delle raccapriccianti parole pronunciate da Violante sui morti di Nassiriya. Dopo i girotondi e il triciclo, la sinistra non può giocare a nascondino. Sarebbe un preoccupante indizio di regressione infantile». Campagna elettorale, dunque. Piero Fassino, segretario dei Ds, del premier Silvio Berlusconi dice che «è un uomo ormai disperato, come dimostra la miseria umana e politica delle parole che ha usato in questi giorni sulla moralità dei politici. Chiede conto a noi di cose di cui dovrebbe rispondere prima di tutto lui. Sa bene che rischia di perdere le prossime elezioni e, come gli animali feriti, dà zampate all'aria». Violante riceve l'ok dell'uomo più vicino a Prodi, Arturo Parisi: «Ha ragione». Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, conclude il terzo congresso dei comunisti italiani e sostiene che «è una vergogna mondiale avere come presidente del Consiglio Silvio Berlusconi». La replica tocca a Renato Schifani, per il quale invece «il record della vergogna mondiale è stato il comportamento dell'allora Guardasigilli Diliberto sui casi Ocalan e Baraldini». Intanto il Pdci dichiara esplicitamente il suo sostegno a Romano Prodi come candidato premier in Italia e per l'azzurro Lucio Malan «questa è l'ennesima figuraccia che l'Italia fa in Europa, grazie al doppio ruolo dell'ex presidente dell'Iri, ora sostenuto dal partito filo castrista di Diliberto e dal collettore di finanziamenti sovietici Cossutta». Marco Follini, che chiama l'Udc a fare della riforma del welfare una priorità per i prossimi mesi, ricorda a sua volta «la prova non gloriosa data dalla coalizione di centrosinistra, quando ha governato». «Al contrario di noi - afferma Follini - hanno avuto tempi di vacche grasse e non hanno fatto niente, hanno sprecato occasioni e non c'è alcuna garanzia che non farebbero lo stesso se vincessero le elezioni».

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