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L'appello di Diliberto: «Pacifisti di tutt'Italia adesso uniamoci»

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Restano le note differenze, soprattutto su Iraq e questioni sociali, e allora dalla Fiera di Rimini parte la nuova proposta di una «lista di pace» con Prc, Verdi, Idv e Occhetto. Il Pdci chiude il terzo congresso nazionale con la riconferma del segretario e del presidente, Oliviero Diliberto e Armando Cossutta, che assicurano: il rapporto con la lista unitaria è una scelta strategica destinata a durare nel tempo. L'obiettivo dei comunisti è quello di andare al governo con le forze del centrosinistra. «L'alleanza dei Comunisti italiani con la Lista unitaria - spiega il segretario nell'intervento di chiusura - è una scelta strategica che non verrà messa in discussione domani. Noi comunisti vogliamo vincere le elezioni - continua - e possiamo farlo solo con l'aggregazione delle forze di sinistra e centrosinistra». Una coalizione che sarà guidata da Romano Prodi. Una scelta irreversibile, per il Pdci: «Io posso definirmi un "prodiano" di prim'ordine - rivendica Diliberto - Prodi è il mio presidente del Consiglio senza se e senza ma». Il segretario non nasconde tuttavia tutte le preoccupazioni sulla neonata lista riformista: «C'è il forte rischio - dice - che contendendo alla Cdl i voti dei moderati, il "triciclo" possa creare un'emorragia sul versante sinistro e non ottenere quei consensi che si attende dall'elettorato moderato». Diliberto riconosce che nel centrosinistra ci sono temi sui quali le posizioni «sono molto distanti» e su cui bisognerà lavorare e «trovare compromessi». In particolare restano le tensioni sulla missione militare in Iraq: «Non un uomo e non una risorsa per questa sporca guerra coloniale», incalza il segretario. Dalla tre giorni di Rimini sono emerse distanze rilevanti, rispetto agli alleati, anche su tanti temi sociali, a cominciare dalla riforma previdenziale. Ed è proprio per queste ragioni che il Pdci non rinuncia all'idea di confederare le sinistre e Diliberto lancia una nuova proposta: una «lista di pace con tutti coloro che voteranno no al rifinanziamento della missione italiana in Iraq». Il segretario comunista si rivolge esplicitamente a Bertinotti, Pecoraro Scanio, Occhetto e Di Pietro e si dice convinto di poter superare il 15%. L'invito è esteso anche ad associazioni, girotondi e componenti sindacali che si ritrovano su questa scelta politica. Anche nella giornata conclusiva non è mancata una pesante critica al governo e al presidente del Consiglio Berlusconi, che Diliberto definisce «una vergogna mondiale per il nostro Paese».

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