IL mondo politico fa quadrato attorno al suo premier, per una volta la fede calcistica mette d'accordo destra e sinistra.
Scontata la difesa d'ufficio ad Ancelotti dell'ex ct Azeglio Vicini che giudica «invadente» l'intervento del presidente milanista. D'accordo con Vicini anche Lippi, Spalletti, Cosmi e Mazzone. «Quando l'Avvocato si voleva informare su un giocatore che non era stato utilizzato - ricorda Lippi - mi telefonava. Io lo informavo aggiungendo che quanto prima sarebbe tornato in squadra». Una bacchettata a Berlusconi anche da Mazzone: «Il presidente ha sbagliato alla grande - dice l'allenatore del Bologna - per il troppo amore che ha per il Milan...». Usa toni più sfumati il romanista Capello: «La novità non è il carattere del Milan, ma la tattica di Berlusconi al Milan». Fra gli allenatori l'unico salvagente a Berlusconi lo lanciano Mancini e Del Neri: «Credo siano state delle opinioni personali più che legittime». «Sono parole del tifoso, lo capisco. Non credo che ci sia da scandalizzarsi» dice il collega del Chievo. È d'accordo con il premier perfino Enrico Letta, responsabile economico della Margherita: «Condivido totalmente il modulo a due punte. Spero che il Milan giochi sempre così e che vinca il campionato». Più convinto il presidente della Lombardia Formigoni che dice che Berlusconi «ha ragione». Sullo stesso piano il giudizio del senatore Salerno (An): «Parlando con grandi sorrisi e anche un pò ironicamente Berlusconi ha dato ulteriore prova di simpatia e una lezione di stile al mondo del calcio».