Entro marzo il provvedimento per le famiglie povere
Questi, almeno, i tempi previsti dai tecnici del ministero del Welfare per mettere a punto il decreto che dovrà stabilire le modalità di attuazione di questa forma di sostegno alle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. La misura introdotta dal governo con la Finanziaria 2004, è destinata a sostituire il reddito minimo di inserimento sperimentato in alcuni comuni italiani. Il reddito di ultima istanza, infatti, si rivolge a quei «nuclei familiari a rischio di esclusione sociale e i cui componenti non siano beneficiari di ammortizzatori sociali destinati ai soggetti privi di lavoro». Si tratterà però, di uno «strumento di accompagnamento ai programmi di reinserimento sociale», cioè ad azioni concrete messe in campo dalle regioni, che dallo Stato riceveranno un cofinanziamento. Le risorse saranno attinte al Fondo nazionale per le politiche sociali, nei limiti «preordinati allo scopo dal ministero del Lavoro». Proprio giovedì la conferenza degli assessori regionali alle Politiche sociali incontrerà il ministro del Welfare, Roberto Maroni, per conoscere le linee guida per il riparto del fondo tra le regioni. Un incontro preliminare al confronto che sarà avviato, nelle prossime settimane, sull'attuazione del reddito di ultima istanza. Il reddito di ultima istanza compare per la prima volta nel Patto per l'Italia, firmato a luglio 2002 da governo e parti sociali (esclusa la Cgil). Una misura caratterizzata da «elementi solidaristici e finanziata dalla fiscalità generale», che di fatto sancisce il tramonto del reddito minimo di inserimento. L'idea del governo di centro-destra è quella di realizzare un cofinanziamento, grazie a una quota di risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, di programmi regionali di reinserimento sociale e lavorativo approvati dall'amministrazione centrale. Il sussidio è destinato a tutti i cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e che non beneficiano di altre misure di sostegno al reddito, come l'indennità di disoccupazione. Per vedere operativa lamisura bisognerà aspettare il decreto attuativo. Il sottosegretario al Welfare, Pasquale Viespoli, sottolinea che «l'impostazione e il principio su cui si basa il reddito di ultima istanza sono diversi rispetto al passato. Si punta, infatti, attraverso un mix di servizi, attività formative, incentivi, oltre che sostegno al reddito, a favorire il reinserimento lavorativo e sociale delle fasce di popolazione più svantaggiate». Di avviso opposto Livia Turco, responsabile per il welfare dei Ds secondo la quale il reddito di ultima istanza esiste solo per quello che faranno le regioni, e di fatto, il sostegno al reddito delle famiglie povere è stato soppresso.