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«Boban e Savicevic ambasciatori in Italia»

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«Presidente, lasci in pace la Rai», dice il presidente giornalista intervenendo telefonicamente alla Domenica Sportiva dopo il premier in vena di outing calcistico. E aggiunge: «Sarebbe molto meglio se evitasse di occupare spazi che non sono della politica. Non chiamo come tifoso perchè non lo sono di nessuna squadra, ma come presidente della Rai - ha aggiunto la Annunziata - perchè sono un presidente di garanzia e quindi garantisco anche i vostri stipendi. Siamo vicini alle elezioni e Berlusconi si sta facendo attraverso il Milan un enorme spot elettorale». Facce attonite nel talk show del pallone, che per una sera si trasforma in agone principale dello scontro a distanza tra la presidente Rai dell'opposizione e il presidente del Consiglio in maglia rossonera. Facce pallide e applausi per l'Annunziata e prima ancor più per Berlusconi che aveva telefonato nel corso della trasmissione condotta da Giampiero Galeazzi e Franco Lauro per precisare le sue dichiarazioni dopo il derby vinto dal Milan. Un lungo intervento (oltre 20 minuti) sportivo del presidente del Milan che prima di tutto ha risposto a Zeman che, dallo studio, aveva criticato le sue dichiarazioni: «Vorrei dire a Zeman che svolge bene il suo lavoro di sindacalista degli allenatori. Ma lui parla con il presidente del Milan da 18 anni, uno che ha vinto qualcosa ed è il presidente più vincente in Europa, in Italia e nel mondo». «Questo - ha proseguito Berlusconi - non si può fare senza un ottimo rapporto con i collaboratori e gli allenatori. Ma non significa che non ci sono delle filosofie che devono essere impostate dalla società. Il presidente - ha proseguito - fa il presidente, dando una linea chiara all'allenatore, gli dà tanti giocatori e gli dice: "Guarda che attraverso questi calciatori voglio che tu esprima questo gioco in campo". E un presidente, quando capisce di calcio e avendo visto tanto calcio e dice che il Milan, che non vuole essere secondo al Real Madrid in Europa per il bel gioco, deve andare in campo schierando tutte le sue capacità realizzative, magari deve essere ascoltato. Io ne ho parlato con Galliani e con Ancelotti, ma Ancelotti deve essere spinto a fare di più». Berlusconi ha poi confermato la sua intenzione di scrivere una lettera al tecnico milanista: «La lettera - ha detto - sarà un regalo che farò a Galliani e a Carletto, scrivendo loro, verba manent, che il Milan, se deve dominare su tutti campi». Vittorio Zucconi, inviato negli Usa, collegato da New York, gli chiede quale squadra abbia allenato ma poi la butta subito in politica: «Ho allenato una squadra in cui quando c'era lei non si vinceva e quando c'ero io si vinceva sempre. Con tre punte». «Il Milan non è mio - aggiunge poi - ma è di chi tifa Milan. Io sono solo l'interprete di tutti i tifosi. Il Milan c'era prima di me e ci sarà dopo di me. Sono qui per contribuire a un tratto di storia del Milan». Interviene Zucconi: «La devo smentire, lei è immortale quindi il Milan sarà sempre suo». «Su questo le do ragione», dice Berlusconi concludendo il suo intervento. E giù applausi scroscianti. «Ho deciso di esprimere la mia opinione sul Milan a due punte per togliere Ancelotti dalle pesti»: aveva detto poco prima a Telenova Berlusconi toccando solo l'argomento del giorno, aggiungendo: «Ora avrà la scusa per giocare a due punte, potrà sempre dire che è stata la società a chiederglielo». Più tardi a Controcampo su ItaliaUno invece avverte: «Kakà ha avuto la missione di giocare al fianco dell'altra punta, invece Kakà naturalmente sta a centrocampo. È Shevchenko che non deve fare l'errore di svariare sulle fasce». Calcio e ancora calcio, ma Lucia Annunziata invece insiste accusandolo di fare uno spottone elettorale. E in un nota ufficiale coinvolge anche il direttore generale e i consiglieri nel suo richiamo «a riportare il funzionamento del servizio pubblico nelle linee del rispetto istituzionale». E i

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