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Ok al decreto Tv, mercoledì riparte la Gasparri

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Il ministro: spero in una discussione rapida. Veneziani: il CdA verso scadenza naturale

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Presenti 512 deputati. Secondo il testo appena passato Retequattro potrà continuare a trasmettere fino al 30 aprile del 2004, data fino alla quale Raitre potrà invece continuare a raccogliere risorse pubblicitarie. Entro lo stesso termine, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dovrà svolgere un esame della complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri. Archiviata la battaglia sul dl Tv si torna a pensare alla legge Gasparri, di cui le commissioni Trasporti e Cultura della Camera torneranno ad occuparsi da mercoledì 25 febbraio. Alle 8.45 è previsto un ufficio di presidenza, a seguire l'esame in sede referente del testo, rinviato in commissione dopo lo stop in Aula per il voto dei franchi tiratori. Paolo Romani, presidente della Commissione trasporti e cultura sostiene che «debba essere approvata prima delle europee» o comunque in breve tempo, per il bene dell'intero sistema televisivo. Maurizio Gasparri, soddisfatto per il sì al decreto salvareti alla Camera («L'ostruzionismo del centro sinistra, legittimo, è stato inutile»), sul futuro dell'intera legge Gasparri e sulla possibilità di mettere la fiducia, non si sbilancia più di tanto: «Non ci siamo ancora posti i problemi dei tempi. Certo, se l'ostruzionismo diventa prassi costante, c'è il diritto di avvalersi delle norme regolamentari. Io mi auguro che il dibattito possa riprendere presto, al più presto». Per Gasparri, anche dopo le ultime modifiche al Sic nella Gasparri, «ci sono le risposte, con il decreto e con gli emendamenti, al messaggio del Capo dello Stato». Il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante è caustico: «Da quando ha messo la fiducia su questo decreto -ha affermato il presidente dei deputati della Quercia- i titoli del suo gruppo sono schizzati del 3 per cento, facendo fuori i concorrenti». Il consigliere della Rai Veneziani, invece, ha l'impressione «che i tempi siano quelli previsti, cioè quelli che vanno verso la scadenza naturale del Cda della Rai e credo che questa sia la soluzione più giusta». Giu.Cer.

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