Casini non riesce a fermarli: il voto non prima di stasera. Gli ostruzionisti vogliono arrivare a domani
Qualcuno ha parlato di «opposizione da operetta», ma tanti altri (di entrambi gli schieramenti) resistono strenuamente senza fiatare. Il presidente della Camera Casini, che ha dovuto annullare il previsto viaggio a Malta per seguire a Roma il lavoro del decreto Tv, ha preventivato che il voto finale, dopo tutte le dichiarazioni di voto (ieri si sono iscritti 200 parlamentari dell'opposizione e hanno 10 minuti a disposizione), si avrà non prima delle 20 di stasera. La Cdl che ha votato compatta contro tutti gli ordini del giorno presentati dalla sinistra e spera di finire al più presto. «Noi ci aguriamo che la votazione sia alle 20 e non dopo...», si augura Paolo Romani (Fi) che ieri sera aveva già più di 24 ore di «veglia» sulle spalle e ha lasciato la seconda «guardia notturna» all'onorevole Bornacin (An) e poi all'onorevole Rositani (An). Un'altra notte di luci accese e cornetti caldi alla bouvette di Montecitorio. E non è detto che sia l'ultima, perché i parlamentari dell'opposizione sono stanchi ma determinati ad arrivare fino a domani mattina nel contrastare il dl che salva Rete4 dall'esilio sul satellite. «Non ci muoveremo da qui fino a domani», sentenzia il presidente del gruppo Ds, Luciano Violante, smentendo ogni cedimento ad un voto finale anticipato a questa sera. Castagnetti della Margherita arriva ad accusare di manipolazione anche il presidente del Senato: «Non era mai successo prima -assicura- che si giungesse a manipolare il calendario dei lavori parlamentari per favorire l'approvazione di un provvedimento che riguarda solo il presidente del Consiglio». «Spero sia questo - aggiunge poi il capogruppo del Prc, Marco Rizzo- l'ultimo affare di famiglia che questo Parlamento è costretto a digerire». E Pecoraro Scanio, per nulla annebbiato dalla non stop senza riposo, minaccia di applicare tale condotta ad altre occasioni: «Questo -commenta - è solo il primo atto di un atteggiamento dell'opposizione destinato a diventare sempre più duro. Dopo aver tolto al Parlamento il potere di modificare le leggi, all'opposizione resta solo la possibilità di denunciare uno scandalo che non ha precedenti in Europa». Insomma, l'opposizione lo ammette: non gli resta che fare veglie di 40 ore in Parlamento, per sperare di contare qualcosa, almeno facendo notizia sui giornali. L'ostruzionismo delle opposizioni contro il dl Salvareti dura, infatti, fino a stamattina, da ormai 40 ore. A parte quattro brevi sospensioni, i deputati del centrosinistra parlano ininterrottamente dalle 18 di martedì. A nulla è valso infatti ieri l'ultimo tentativo di mediazione tra le forze politiche di Pier Ferdinando Casini: il presidente della Camera ha dovuto alzare le braccia davanti all'indisponibilità dei gruppi del centrosinistra a fermare il proprio ostruzionismo. Stanchi, guardinghi, ma soddisfatti i parlamentari della maggioranza. E il ministro Gasparri propone un colpo di scena: «L'opposizione potrebbe votare a favore del decreto che accoglie i rilievi del Capo dello Stato», suggerisce rispondendo a Violante che si era rivolto alla maggioranza invitandola a presentare una nuovo testo della Gasparri più rispettoso delle osservazioni del presidente della Repubblica. Non solo ma a Gasparri non sembra pesare la lunga permanenza forzata alla Camera: «Ricevo telefonate, leggo la posta, ho avuto qualche appuntamento di lavoro con persone autorevoli venute ad incontrarmi qui a Montecitorio e mi evito qualche rompiscatole», ammette. «Sì -aggiunge- mi sto divertendo un po'». Secondo il ministro l'ostruzionismo messo in atto dall'opposizione, in realtà, serve a ben poco. Anche dal punto di vista mediatico. L'ho fatto anch'io, tante volte, ed ho imparato che stando qua dentro, l'ostruzionismo sembra un'arma politica efficace, ma in realtà all'esterno arriva ben poco». Se i parlamentari dell'opposizione per la seconda notte hanno seguito scrupolosament