Berlusconi: «Prodi si dimetta per decenza»
A poche ore dal vertice di maggioranza il Presidente del Consiglio assicura: «Stasera c'è un invito a cena per tutti i leader della maggioranza e chiuderemo questa vicenda della verifica». Anche per quanto riguarda le indiscrezioni secondo cui l'Udc avrebbe espresso dei dubbi sui passaggi del documento dedicati alla giustizia, Berlusconi è perentorio: «Non mi risulta alcun problema su questo tema». In realtà, a quanto si apprende, l'Udc pur garantendo la sua adesione al documento, tenterà di spendersi per eliminare la cosiddetta norma «salva-Previti». Se ciò sarà possibile, osservano i centristi, dipenderà da An: se vi sarà un gioco di sponda, e la linea sarà diversa da quella assunta da La Russa, bene. Ma anche se ciò non accadrà il saldo della verifica per l'Udc resta positivo perché il documento è stato limato in molte parti secondo le loro richieste a partire da tre aspetti simbolici: l'addio a ogni riforma della par condicio, la ricerca di un coinvolgimento dell'opposizione nel processo riformatore e, infine, l'introduzione di importanti obiettivi in materia di politica economica sociale, scuola e famiglia. «La cosiddetta verifica - ha sottolineato Berlusconi ai microfoni di Radio Anch'io: - è un termine che mi fa venire l'orticaria. Si può tradurre in conferma dell'impegno sul programma con gli elettori». Tuttavia, il premier ammette che questa fin troppa lunga trattativa non è stata del tutto inutile: «Il concetto della collegialità era il vero punto della verifica. Qualche volta - aggiunge - c'è qualche ministro che pecca di personalismo e avanza delle proposte senza averne prima discusso con il presidente del Consiglio. Ma non c'è nessun ministro che rema contro-corrente. E non c'è nessuna ragione per cambiare nessun ministro». La chiusura della verifica chiarisce definitivamente che ormai tutta la Cdl, e Berlusconi in testa, è pronta per affrontare la lunga campagna elettorale in vista del voto amministrativo e europeo. Così il premier ribadisce la scelta di presentarsi: «Ho deciso di candidarmi alle elezioni europee - afferma - anche se non andrò al Parlamento europeo perché Forza Italia è un partito un po' speciale». Quindi torna a affondare i colpi contro quello che si annuncia il maggiore competitor suo e di Forza Italia, la lista unitaria dell'Ulivo e il suo leader, Romano Prodi: «Decenza e decoro - attacca Berlusconi - vorrebbero che il Presidente della Commissione si dimettesse». Il portavoce della commissione europea Reijo Kemppinen ha risposto che il presidente resterà sino a fine mandato (fine ottobre) e che leggendo le parole di Berlusconi «Prodi ha sorriso». Il Cavaliere, commentando il voto al Senato sul rifinanziamento della presenza militare in Iraq, aggiunge: «Oggi è emersa la farsa del cosiddetto triciclo. Il giorno dopo la presentazione fintamente unitaria del cartello dell'opposizione - osserva - si sono già divisi per la missione militare in Iraq». Che ormai il premier sia concentrato sul voto è dimostrato anche dal fatto che, nonostante le obiezioni nella Cdl, ribadisce le sue critiche nei confronti della «par condicio», definita ancora una volta «una legge barbara»: «Abbiamo cercato di contrastare questa legge bavaglio che c'è solo in Italia. Una legge simile infatti - osserva Berlusconi - non c'è in nessun altro paese europeo. Chiediamo che venga abrogata perchè non si deve avere paura della liberta. È una legge - prosegue - che dice che le forze politiche non possono utilizzare la televisione per comunicare i propri programmi con gli spot e che impedisce l'affissione di manifesti negli ultimi 30 giorni prima delle elezioni. È una legge davvero barbara». Infine il Presidente del Consiglio conferma quanto affermato martedì riguardo all'eccessiva pressione fiscale. Per Berlusconi pagare il 50 per cento di tasse giustifica moralmente l'evasione. E nel ribadire l'azione dell'esecutivo per ridurre la pressione fiscale, Berlusconi osserva che questa «giustificazione morale» è una verità