Fede e RaiTre salvi, nonostante l'opposizione
Berlusconi: «Abbiamo difeso quanto già approvato dai cittadini». Maggioranza compatta
Come anche Telekabul, che conserverà tutta quella pubblicità che le consente di sopravvivere. Ieri infatti la Camera ha detto sì alla fiducia posta dal governo sul decreto legge che consente a Retequattro di proseguire le trasmissioni in analogico e a RaiTre di trasmettere pubblicità. I voti favorevoli sono stati 328, i contrari 230. Prima della votazione finale sul disegno di legge di conversione la Camera però ha dovuto esaminare tutta la notte i circa 160 ordini del giorno presentati dall'opposizione e sopravvissuti al vaglio di ammissibilità e ascoltare i 190 iscritti a parlare. I parlamentari dell'opposizione infatti hanno continuato a intervenire in massa puntando ad allungare i tempi di approvazione del decreto. Il voto finale potrebbe tenersi stamattina, ma in ogni caso la conversione in legge non appare in pericolo. La Camera infatti ha approvato il decreto nello stesso testo del Senato ed è sufficiente che l'approvazione avvenga in settimana. Ieri l'opposizione è stata durissima nei confronti del salvareti e Forza Italia, visto che i tempi si stavano dilatando ha chiesto la seduta fiume sul dl Tv. Anche per il via libera alla seduta è stata necessaria la votazione della Camera, e alla fine è passato con 91 voti di scarto. La richiesta di Elio Vito è stata posta in votazione dopo un tentativo di mediazione (fallito) del presidente della Camera, Casini, in conferenza dei capigruppo. Lo stesso Casini ha precisato però che la seduta fiume non prevede soste. Ieri prima dell'ora di cena erano dunque 160 gli ordini giorno. Il numero degli Odg era, in origine, di 190. Poi, una parte sono stati dichiarati inammissibili. La procedura di Montecitorio prevede che ogni deputato può parlare per cinque minuti. Insomma, una maratona notturna, dopo una giornata cominciata nel primissimo pomeriggio in un'aula semideserta. Pian piano, dopo le dichiarazioni di voto (hanno partecipato tutti meno l'Udc) la situazione si è animata e tutti hanno votato. Un'«opposizione costruttiva ma durissima, fino al limite dell'ostruzionismo», ha annunciato in aula, Antonio Boccia (Margherita), subito dopo il voto di fiducia. L'opposizione infatti ha confermato tutte le critiche. Giorgio Bogi, per i Ds, ha sottolineato che «prevalgono gli interessi particolari». Paolo Gentiloni, della Margherita, ha parlato di «sindrome di Stoccolma» della maggioranza nei confronti del premier. Durissimo Bertinotti. Di tono diametralmente opposto gli interventi della maggioranza. Alessio Butti, di An, ha criticato le opposizioni: «Vengono sacrificate sull'altare dell'odio verso Berlusconi - ha detto - le battaglie combattute al fianco dei lavoratori». Per Forza Italia ha parlato Angelo Sanza: «La maggioranza non ha alcun problema politico sul decreto, la fiducia è scelta tecnica». Anche Berlusconi è intervenuto sottolineando che «è uno scandalo quanto è successo attorno al decreto per Rete 4. Noi stiamo difendendo quanto approvato dai cittadini con un referendum e ci accusano di agire per interessi privati. Certo, è intervenuta anche una sentenza della Corte Costituzionale. Ma sappiamo che nella Consulta siedono 10 membri del centrosinistra, e molto qualificati, e 5 che appartengono al centrodestra. Non sorprende se assume certe decisioni». E poi, aggiunge il premier «svilire la legge Gasparri e ridurla tutta alla questione di Retequattro e Raitre, mi sembra una ulteriore mistificazione». Insomma, l'ennesimo muro contro muro tra opposizione e maggioranza, con un centrodestra che difende compatto il decreto legge. Sull'ostruzionismo dell'opposizione il ministro Gasparri ha voluto solo sottolineare che punta a «nascondere la spaccatura clamorosa del centrosinistra sull'Iraq» e quindi rappresenta «un inganno rispetto all'opinione pubblica che si cerca in qualche modo di oscurare». Giu.Cer.