Berlusconi: meno tasse nei prossimi due anni

Assicura che continuerà a ridurre le tasse nei prossimi due anni. Poi s'impone: comunque vadano le elezioni, io resto a palazzo Chigi. Con piglio deciso, in una conferenza stampa dopo il vertice della CdL che ha dato via libera all'election day e alla riforma della legge elettorale, Berlusconi ha lanciato ieri la sua offensiva in vista di una campagna elettorale che, dai segnali di fuoco, si prospetta senza mezze misure. Berlusconi ha mostrato i muscoli, supportato dalla «certezza» di battere la sinistra e di essere «premiato» con un voto di fiducia dagli elettori, ai quali ha assicurato di ridurre le tasse nei prossimi due anni, poiché una pressione troppo alta può indurre all'evasione. Nel suo intervento pirotecnico un Berlusconi strafiducioso e straottimista è tornato a ripetere, quasi in tono di sfida contro una sinistra che «calunnia» e racconta «menzogne», che il programma governativo di riduzione delle tasse va avanti e arriverà al traguardo. Anche perché le tasse troppo elevate possono indurre «moralmente» all'evasione. A proposito di tasse, ha sferzato Prodi e, senza mai nominarlo, gli ha mandato a dire che non c'è ragione di vantarsi per aver imposto agli italiani di sborsare l'eurotassa. «L'imperativo categorico della maggioranza e del governo è ridurre l'imposizione fiscale - ha detto -. Questa si riduce tagliando i costi dello Stato, anche producendo controlli più efficaci. Ma questi non vogliono essere dei controlli punitivi, come quelli apparsi in questi giorni, nei confronti della categoria benemerita dei commercianti». Il premier ha avvertito che chi ha guadagnato di più, anche grazie al cambio di valuta, dovrà pagare più imposte. Convinto di vincere la sfida europea, Berlusconi ha attaccato la sinistra, mandatole a dire che non pensa neanche lontanamente di lasciare palazzo Chigi in caso di insuccesso elettorale, anche «perché - ha sottolineato - la vittoria è già in tasca alla CdL». La sfida con Prodi? «Io non sfido nessuno - ha dichiarato -. Faccio la mia corsa». Ma Berlusconi ha anche trattato a fondo la questione degli alleati. Ha sgombrato il campo dall'ipotesi della lista unica, confermando che ciascuno correrà per conto proprio, annunciando già lo slogan: «Liberi ma uniti». L'unità del centrodestra sarà assicurato dal marchio CdL che affiancherà il simbolo di ciascun partito. Ha quindi annunciato che venerdì, in Consiglio dei ministri, approderanno l'election day di giugno (12-13) e la riforma della legge elettorale per Strasburgo, che avrà un'impronta più europea. Nella giornata senza fine del premier c'è stato un supplemento di vertice serale per definire il documento programmatico che chiude la verifica. Con qualche ostacolo, in particolare sulle riforme. Riguardo alla «contestualità» tra l'elezione del Senato federale e il voto regionale, Berlusconi ha confermato che il nodo non è sciolto e che non è stata trovata ancora una soluzione. I dissensi erano già emersi nella lunga ed accesa riunione dell'Udc al Senato.