È già caccia ai «delusi» di Romano Prodi Sinistra all'assalto. Occhetto: «Ancora troppi equivoci». Pecoraro: «Noi siamo con i pacifisti e loro?»
«Troppi equivoci, siamo noi il nuovo Ulivo», dice Achille Occhetto, leader con Antonio Di Pietro della lista di sinistra in aperta sfida a quella prodiana. E Alfonso Pecoraro Scanio, presidente dei Verdi, si lancia anche oltre e chiede espressamente che il Professore & C. dicano come la pensano sulla guerra. Mentre Antonello Falomi, fuoriuscito diessino e oggi occhettiano, vuole fermare il Porta a Porta con Fassino, Rutelli, Boselli e Sbarbati. Chiosa Armando Cossutta: «C'è un vuoto a sinistra, colmiamolo». Occhetto spiega infatti: «La mia lista porterà a votare quei giovani che rimarranno delusi dal fatto che il partito riformista e moderato prenderà una posizione equivoca sulla guerra. C'è della gente che è di sinistra, ma non è di Rifondazione Comunista. Se c'è qualcuno che non è d'accordo con quei partiti non è colpa mia. Noi daremo a queste persone modo di esprimersi dentro l'Ulivo». Per l'ex segretario del Pds «noi saremo una seconda lista dell'Ulivo, che dopo le elezioni cercherà di far fare a Prodi la vera coalizione ulivista». Ma precisa subito: «Non siamo noi a frammentare la sinistra. Di Pietro aveva cercato di entrare nella lista del centrosinistra, ma gli si è stato detto di no dallo Sdi. Se devo scegliere di stare con "Mani pulite" o con chi ha malversato il denaro pubblico, preferisco stare con i primi». Noi - aggiunge Occhetto - aggiungiamo il voto alla lista unitaria. Chiederemo un voto contro Berlusconi, ma chiediamo di metterlo al sicuro». Come? «Portare a un lavoro stabile le giovani generazioni, pensare ai lavoratori, con i loro problemi di salario e condizioni di vita disagiate. Nel mio programma - spiega ancora l'ex leader della sinistra italiana - c'è un chiaro riferimento alle nuove professionalità, che hanno un andamento diverso, rispetto a quello classico». Il presidente nazionale dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, chiede alla lista dei riformisti dell'Ulivo un incontro urgente per scrivere insieme una mozione per il ritiro dei nostri militari dall'Iraq come chiesto nell'appello di Gino Strada e Alex Zanotelli. «La nuova alleanza di centrosinistra che deve battere Berlusconi - dice - deve adottare da subito una linea decisamente alternativa alla guerra preventiva di Bush. Il programma unitario della nuova alleanza per l'alternativa di governo deve considerare la pace e il no alla guerra preventiva come una priorità assoluta». Ancora più esplicito Armando Cossutta (Pdci): i Ds «non sono più una forza di sinistra», e l'alleanza con la Margherita nella Lista Prodi certifica questa mutazione. Rifondazione sinistra non è perché ha un deficit di vocazione unitaria, e dunque, «a sinistra c'è un vuoto, che il Pdci si prefigge di contribuire a riempire». Per Cossutta sui militari italiani in Iraq, la questione delle pensioni, le gabbie salariali, la fecondazione assistita i Ds hanno «posizioni moderate, democratiche, ma certamente non di sinistra». Nel nostro Paese, dice Cossutta, «è tanta la gente, il popolo, che si trova a sinistra ma che in questo momento non riesce a trovare un referente, una formazione politica in grado di corrispondere a questi sentimenti e a queste esigenze». Dunque il compito del Pdci «è quello di essere la sinistra del centro sinistra». F. D. O.