COME avevano preannunciato tramite i propri legali, Tomaso Tommasi di Vignano e Giuseppe Gerarduzzi si ...
Contrariamente alle previsioni, però, le audizioni dell'ex amministratore delegato e dell'ex vicedirettore di Telecom Italia non sono state brevi. E non è mancata qualche scaramuccia polemica tra il presidente della Commissione, Enzo Trantino (An), e Carlo Federico Grosso, ex vicepresidente del Csm, arrivato a palazzo San Macuto in qualità di legale di Gerarduzzi. Nonostante i due ex manager Telecom avessero manifestato l'intenzione di non rispondere a nessuna delle domande della Commissione fintanto che risulteranno indagati a Torino, le domande sono stare poste loro ugualmente. E non perchè - si è affrettato a precisare Trantino - «sia nostra intenzione sottoporvi a un supplizio». Piuttosto - ha aggiunto il presidente - esiste «un bilanciamento ineludibile tra gli interessi soggettivi e gli interessi istituzionali». La prima serie di domande è toccata a Gerarduzzi, che sulle prime ha detto che era sua intenzione collaborare e che dunque si sarebbe ripresentato in Commissione «24 ore dopo» la conclusione dell'inchiesta di Torino per essere ascoltato come testimone così da «dare maggiore valenza» alle sue dichiarazioni. Poi, nel momento in cui il presidente proseguiva le domande («l'azionista governo venne informato?»; «quali rischi presentava l'operazione Telekom Serbia?»; «vi erano rappresentanti del governo nel cda?», etc), l'ex vicedirettore Telecom si è detto «imbarazzato», e infine si è trincerato nel silenzio. Qualche altra domanda a Gerarduzzi l'ha poi posta anche il capogruppo di An Giuseppe Consolo («ha parlato con qualcuno del ministero degli esteri?»; «perchè non venne fatta una due diligence?»...). Alla fine, su richiesta di un altro commissario di An, Italo Bocchino, i commissari del centrodestra hanno deciso di sospendere le domande all'ex vicedirettore Telecom, che si è allontanato dicendo: «Spero di rivedervi prima del 12 luglio». Attesissima era anche l'audizione di Tommasi di Vignano. Con i giornalisti aveva rivendicato la «correttezza aziendale» di quell'operazione della quale - aveva aggiunto - «tutti sapevano». Eppure - aveva sostenuto - «nessuno mi ha chiesto di fermarli o anche solo di dare altri chiarimenti». Convocato per la seconda volta in Commissione, l'ex amministratore delegato di Telecom Italia si è avvalso anche stavolta della facoltà di non rispondere. «Il fragore del silenzio di Tommasi e di Gerarduzzi peserà come un macigno sull'intera vicenda» , commenta alla fine Giuseppe Consolo, capogruppo di An.